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  1. TullioConforti
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    L'erede (5):

    "Voglio un prete", supplica Berry. "Non fatemi morire nel peccato". L'incallito peccatore godereccio non pensa che alla salvezza della propria anima. Ora e' arrivato anche suo fratello Luigi, duca d'Angouleme, che si e' inginocchiato davanti a lui sgranando il rosario, mentre sua moglie Maria Teresa, resta rigida al centro della stanza.
    Preceduto da alcuni chierici, giunge alfine il prete, tanto invocato; si tratta di monsignor LAtil, vescovo di Chartres, un prelato verso il quale Berry non ha mai provato simpatia.
    "Dio mi manda una prova in piu' da superare", bisbiglia il morente al fratello. "Proprio a lui dovro' confessare i miei peccati".
    La confessione e' interrotta dall'arrivo del conte d'Artois. E' stato avvertito di quanto accaduto al figlio mentre stava per coricarsi. Rivestitosi alla meglio e' sceso nel giardino delle Tulieres e poiche' la sua carrozza non era ancora pronta e' balzato su quella del suo amico conte de Polignac, mentre il suo primo gentiluomo, conte de Maille', per non separarsi dal suo signore, ha compiuto uno strappo alle regole dell'etichetta ed e' balzato sul sedile posteriore del veicolo, come un qualsiasi staffiere.
    Quel gesto "eroico" per un aristocratico, gli fruttera' un'onorificenza.
    Alla vista del genitore, Berry torna a supplicare la grazia per il suo assassino. "Fatelo graziare dal re vostro fratello", supplica Berry rantolando. Poi, quasi per rafforzare la sua richiesta aggiunge con tono grave:
    "Ve lo chiedo in nome del figlio che Carolina porta in grembo".
    Le parole del ferito risuonarono come un prodigio. Tutti si zittiscono e gli occhi corrono alla snella figura di Carolina che stringe la mano del morente. Per un attimo Berry non e' piu' al centro dell'interesse generale. Le sue parole hanno acceso nuove speranze. FOrse la dinastia e' salva. La duchessa si asciuga il volto rigato di lacrime e di belletto, i suoi occhi lanciano un lampo di sfida. Una sfida a chi immaginava, uccidendole il marito, di estinguere la dinastia.
    "Si" dice poi portando una mano al grembo. "E questa volta sara' Enrico!".
    In cuor suo ha gia' deciso di imporre al figlio il nome del capostipite della gloriosa dinastia borbonica.
    La sua conferma sblocca l'uditorio. Il mormorio riprende e sale d'intensita'.
    "E' un miracolo! E' un miracolo!" ripetono in molti.
    Qualcuno prega, altri si fanno il segno della croce. Si levano in quella tragica atmosfera dei timidi sospiri di sollievo. Anche Luigi Filippo e Maria Amelia sembrano accogliere con gioia il sorprendente annuncio.
    "Il vescovo..dov'e' il vescovo?" le parole di Berry riconducono tutti alla realta'. Il morente vuole continuare la sua confessione. Pare abbia qualcosa di importante da rivelare al prelato, ma poi cambia idea e chiama sua moglie.
    "E' a te che devo dirlo, mia cara. A te che sei la mia sposa...Io prima di conoscerti, ho avuto due bambine. Consentimi di vederle l'ultima volta".
    Carolina non si scompone per quella rivelazione: era gia' al corrente di tutto. Peraltro l'annuncio ufficiale della sua maternita' l'ha resa piu' forte e piu' padrona della situazione.
    "Andate subito a prenderle e conducetele qui" ordina ai suoi cortigiani. Poi rivolta al marito: "DA oggi ho due figlie in piu', avro' cura di loro come della nostra Luisa".
    Mentre una carrozza parte al trotto per Rue de Clichy, dove abita Amy Brown con le due bambine.
    La carrozza con a bordo la "famiglia inglese" del duca di Berry si ferma nel grigiore dell'alba davanti all'ingresso di Rue Rameau. Amy piange compostamente, rassegnata a rimanere nell'ombra anche in quella occasione.
    "Attendero' qui", dice al duca di Coigny che l'accompagna. "Conducete voi le bambine dal loro genitore".
    Luisa e Carlotta di dodici ed undici anni, sono condotte per mano nell'interno del teatro. Maria Carolina si fa loro incontro, le prende in consegna e le conduce al capezzale del marito tenendole per mano:
    "Venite a ricevere la benedizione di vostro padre"
    Le bambine si inginocchiano intimidite davanti all'uomo che e' stato per loro un genitore affettuoso. Berry allunga la mano, poi dice a loro in inglese: "Honor your mother and follow always the path of virtue", onorate vostra madre e seguite sempre il sentiero della virtu'.
    La scena e' molto toccante, Carolina che nel frattempo e' stata raggiunta dalla figlia Luisa di tre anni, stringe al petto la piccola e piange.
    "ora venite a baciare la vostra sorellina", dice alle due bimbe appena queste si sono rialzate, poi si rivolge al marito:
    "Vedi caro, io ho ora tre figlie"
    Ironia del caso: sulla parete contro la quale e' appoggiato il divano del ferito e' affisso un grande manifesto colorato che annuncia la rappresentazione de "Il matrimonio segreto di Cimarosa", in programma al Theatre Royal Italien.
    Il re giunge per ultimo quando ormai albeggia. Lui avrebbe voluto recarsi immediatamente dal nipote morente, ma per vestirlo i suoi domestici hanno impiegato oltre un'ora. Grasso fino all'obesita', immobilizzato dalla gotta e dall'artrite, il vecchio sovrano si lascia docilmente sballottare dalla carrozzella alla carrozza e poi su una portantina improvvisata da alcuni cortigiani che ora lo spingono di peso su per le scale del teatro. Quando il sovrano entra nella stanza Berry e' ancora vivo.
    "Sire vi ho atteso per chiedervi la grazia per il mio assassino. Concedetemela, vi prego"
    "Parliamo di voi figlio mio..." ansima il re, insaccato alla meglio nella sua uniforme con le gambe gonfie strette nei ghettoni di tela. E' chiaro che non intende promettere nulla. "Per il resto vedremo, devo riflettere, ascoltare il parere dei giudici"
    Berry tace e sembra assopirsi. Il re fa un cenno al chirurgo Dubois e gli si rivolge in latino, che conosce quasi come il francese e che considera la lingua ufficiale delle persone colte:
    "Superstne spes aliqua salutis?", ci sono speranze di salvezza?
    L'anziano chirurgo non capisce. Il latino e' per lui una lingua morta e dimenticata, ma il medico piu' giovane e piu' fresco di studi risponde in sua vece scuotendo il capo sconsolato.
    "Che si compia la volonta' di Dio" mormora il sovrano mentre Carolina scoppia nuovamente in singhiozzi.
    La morte sopraggiunge alle sei del mattino. Il chirurgo chiede uno specchio, Luigi XVIII offre la sua lucente tabacchiera che il medico avvicina alle labbra del duca. Il metallo non si appanna.
    "Tutto e' consumato?" domanda il re.
    "Si, Maesta'"
    "Allora mi resta un ultimo dovere da compiere", e, contravvenendo alle regole dell'etichetta, il sovrano si avvicina al cadavere e gli abbassa le palpebre. L'ultimo dei Borboni, l'ultimo ancora capace di procreare e' morto.
    Solo un miracolo potra' salvare la dinastia.

    Edited by TullioConforti - 31/5/2008, 16:29
     
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