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  1. TullioConforti
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    L'erede (3):

    Non erano gli scherzosi rimbrotti del sovrano a preoccupare la principessa ritardataria, bensi' lo sguardo severo della cognata che manifestava la sua indignata riprovazione per quello scarso rispetto dell'etichetta. Altre gelide occhiate di Maria Teresa seguivano i due sposi quando, finito il pranzo, si affrettavano ad uscire per terminare la serata a teatro od a qualche festa in uno dei tanti palazzi del Marais o del Fauburg Saint-Germain. I reali non uscivano quasi mai e non davano ricevimenti se non in occasioni ufficiali. Trascorrevano le loro serate giocando a tombola, salvo il conte d'Artois, suocero di Maria Carolina, che si impegnava in lunghe partite di whist.
    Comunque sia in quei primi anni di matrimonio l'unico cruccio che assillava la giovane duchessa era quello di dare finalmente alla luce il tanto atteso figlio maschio. Come sappiamo ai due sposi non mancava la buona volonta' e ben presto se ne erano visti i frutti, ma sempre seguiti da amare delusioni. Carolina era rimasta in cinta gia' il primo anno di matrimonio e la "Gazzetta del Regno" aveva subito annunciato il prossimo lieto evento. La gravidanza di "Madame" era stata seguita con grandi speranze dalla famiglia reale e con dubbia apprensione dagli Orleans, il ramo cadetto della famiglia, che avrebbe ereditato la corona in caso di assenza di eredi nel ramo diretto, e da tutti coloro che auspicavano la fine della dinastia borbonica.
    Alcuni mesi trascorsero tranquilli: Maria Carolina non disertava i ricevimenti, ma ora evitava di compiere degli inutili sforzi e rinunciava stoicamente a lanciarsi nelle danze.
    Una sera, durante una festa, mentre le altre coppie vorticavano nella sala sulle ali del solito valzer, la giovane duchessa cerco' di consolarsi al buffet, in compagnia dell'unica dama di corte con cui poteva conversare nell'amato dialetto napoletano, sua zia Maria Amelia.
    Quella sera il buffet offriva in abbondanza una primizia appena giunta a Parigi: grandi fette succose di rosse angurie, di cui le due dame napoletane erano entrambe ghiotte. Incoraggiata dalla zia, Carolina ne fece una scorpacciata col risultato che quel frutto, certo poco adatto allo stomaco di una donna incinta, le provoco' una forte indigestione che la condusse poche ore dopo ad un parto prematuro. Nacque infatti una bimba di sei mesi che sopravvisse solo due giorni.
    A corte la delusione fu grande, e non mancarono i commenti al biasimevole comportamento della duchessa d'Orleans, ritenuta responsabile di quanto era accaduto alla nipote. Da parte sua, Maria Carolina verso' qualche lacrima, ma il marito la incoraggio': d'altronde la sua fecondita' era ormai collaudata. Pochi mesi dopo, infatti, la duchessa era di nuovo incinta, ma anche questa volta, malgrado avesse preso tutte le necessarie precauzioni, fu costretta ad un parto prematuro e diede alla luce un maschietto non vitale.
    Ora la situazione comincia davvero a farsi critica: a corte le preoccupazioni aumentano mentre, da parte sua, Luigi Filippo d'Orleans comincia a sperare che questa ripetuta incapacita' di mettere al mondo figli possa garantire l'eventualita' di successione, se non proprio a lui, almeno al primo dei suoi figli. Le speranze di Luigi Filippo, sono pero' frustrate appena un anno dopo, dall'annuncio ufficiale della terza gravidanza di Maria Carolina. Questa volta i medici sono inflessibili e la duchessa viene sottoposta ad una rigorosa disciplina: niente feste, niente balli, niente ghiottonerie, niente passeggiate o pertite di caccia. Il marito la segue con affettuosa premura, per lei trascura tutti gli altri impegni e persino le sue numerose amanti. Poi finalmente la trepida attesa si conclude felicemente: Maria Carolina da' alla luce una bimba perfettamente sana cui sara' imposto il nome di Luisa. Certo a corte avrebbero preferito il maschio tanto desiderato, ma ora cio' che conta e' la prova che Maria Carolina ha la capacita' di procreare. Tutti si consolano ripetendo la frase abituale che in casa Borbone ha sempre salutato la nascita di una bambina: "Dopo la rosa il giglio".
    in attesa del "giglio" i duchi di Berry riprendono la loro vita abituale, fra divertimenti ed impegni di corte. All'inizio del 1820, Maria Carolina, che ormai ha 22 anni, si e' fatta piu' donna, i parti non l'hano appesantita, semmai hanno portato a maturazione quel seno un po' acerbo, che ora espone impudicamente grazie alle ampie scollature che ora vanno di moda. Quando Charles e' assente, lei assolve i suoi impegni sociali, facendosi accompagnare dal conte di Mesnard, un aristocratico cinquantenne elegante e raffinato, che il re ha scelto come gentiluomo d'onore.
    Maria Carolina ora conosce i motivi che inducono suo marito ad assentarsi per qualche ora tutti i giorni, e spesso anche la sera. Conosce tutti i suoi segreti, l'esistenza della sua famiglia inglese in Rue de Clichy, la sua liason con Virginia Oreille e tutte le altre saltuarie distrazioni, ma non e' piu' gelosa ed ha accettato la situazione con mondana disinvoltura. Suo marito le e' grato per questo e quasi come ringraziamento della sua tolleranza la colma di tenerezze. Essi formano insomma una coppia molto affiatata, unita oltre che dall'affetto, anche da segrete complicita'.
    Durante il carnevale di quell'anno gli amici notano che il duca e' piu' premuroso del solito con la sua giovane consorte. La trattiene, la sorregge o la rimprovera affettuosamente quando con foga giovanile si lancia di corsa nei prati, si preoccupa che non prenda freddo e spesso le bisbiglia qualcosa nell'orecchio provocando scoppi d'ilarita', commenti divertiti, sguardi ed occhiate d'intesa. Che sia di nuovo incinta? Si chiedono gli amici. Sarebbe la quarta volta in quattro anni. Ma loro negano e cambiano discorso.

    -continua-
     
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40 replies since 10/5/2008, 17:17   2009 views
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