« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. TullioConforti
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    L'erede (2):

    Il matrimonio con Maria Carolina non aveva modificato per nulla la condotta del duca di Berry, il quale aveva continuato a frequentare le due amanti permanenti ed a cercarne di nuove. Sua moglie, come si e' detto, tardo' a scoprire la sua duplice o molteplice vita, ma quando lo scopri' non ne fece una tragedia. Naturalmente nei primi tempi c'erano stati litigi e scoppi di gelosia, ma in seguito si era rassegnata grazie anche agli affettuosi consigli di zia Maria Amelia alla quale aveva confidato le sue pene.
    "Cosi' fan tutti", l'aveva consolata la zia con bonaria filosofia napoletana. Poi le aveva spiegato che era una cosa normale che i mariti, pur senza cessare di amare la propria moglie, avessero una o piu' amanti. Cio' accadeva a Parigi come a Napoli, alla corte di nonno "Nasone". Nessuna famiglia sfuggiva a quella regola.
    "Allora anche vostro marito?" aveva azzardato Maria Carolina. "Certamente mia cara", era stata la tranquilla risposta di zia Maria Amelia. "Ma io faccio finta di non saperlo".
    Maria Carolina si era dunque rassegnata alla sua sorte che non era poi tanto...crudele. A parte le corna, Charles era un marito affettuoso, galante e molto divertente. Per giunta, non ricoprendo incarichi politici, ma solo di rappresentanza, aveva tutto il tempo da dedicare, con la moglie, ai divertimenti preferiti. Entrambi amavano il ballo, il teatro e la caccia. Spesso uscivano insieme, senza scorta, come semplici borghesi per confondersi con la gente comune che affollava il boulevard.
    A quell'epoca le strade di Parigi erano infestate dai cosiddetti "piquers", giovanotti sfaccendati che, secondo un comunicato della Prefettura di polizia "provavano un sadico piacere a pungere il sedere delle dame con degli spilli sistemati sulla punta del bastone o dell'ombrello". Quel gioco era naturalmente proibito, ma assai diffuso e assai spesso un grido di dolore si levava sopra il brusio della folla. Tuttavia le vittime dei piquers non se ne adontavano troppo. "Essere punzecchiate nel sedere" racconta H:d'Almeras, "era considerato da molte donne un omaggio, sia pure brutale, alla lorovenusita'. Ma non tutte lo ricevevano...". Maria Carolina non era fra queste ultime e accettava divertita la sua dose quotidiana di piqueres.
    Un altro dei divertimenti preferiti della giovane duchessa era andare per negozi a fare quello che oggi si chiama shopping. Frequentava boutique, saloni di bellezza, mostre ed esposizioni. Quando la riconoscevano, i negozianti, si facevano in quattro per accoglierla col rispetto dovuto. D'altra parte, la sua carrozza ferma davanti ad una vetrina, trasformava il locale in un negozio alla moda. "Per noi" dicevano i bottegai "una visita della principessa fa la nostra fortuna, anche se non compra nulla". Ma lei invece comprava di tutto, senza badare al prezzo, tanto che a volte il marito, che l'attendeva in carrozza, le rimproverava l'eccessiva prodigalita'.
    I duchi di Berry amavano andarsene sottobraccio come una coppia qualsiasi, nei quartieri popolari per assistere agli abituali spettacoli da marciapiede: il mangiatore di fuoco, il divoratore di spade, l'acrobata, la donna cannone e cosi' via. Frequentavano anche i circhi, in particolare quello allora celebre di Franconi ed i chiassosi luna-perk. A Carolina piaceva avventurarsi sulle giostre e nei labirinti. Un solo divertimento le era stato proibito dal consorte: quello di salire sulle vorticose "montagne russe", un novita' che aveva incontrato grande successo. Non si sa mai, poteva essere in cinta. Per la stessa ragione i medici le avevano proibito di comentarsi nel valzer, la nuova danza resa popolare dal congresso di Vienna. A Carolina, che tanto amava il ballo, erano consentite soltanto quadriglie e mazurche.
    Le giornate della giovane duchessa trascorrevano dunque felici. Gli impegni gravosi erano molto rari e le uniche incombenze che lei considerava noiosissime erano la quotidiana lezione di francese, che non imparera' mai a scrivere correttamente, ed il pranzo di corte alle Tuliers fissato rigorosamente dalla severa Maria Teresa per le diciassette e quarantacinque. Il resto della giornata era tutto dedicato agli svaghi. Di solito cavalcaa al finaco del marito per raggiungere ls "Bagatelle", la loro alcova di campagna, immersa fra gli alberi del Bois de Boulogne, oppure raggiungevano in carrozza il castello di Rosny per cacciare nella riserva reale. L'antica monella che amava giocare alla guerra nei giardini della Favorita di Palermo, era diventata un'esperta cacciatrice ed amava fare la posta ai cervi ed ai daini accanto a suo marito. La sua tenuta di caccia era naturalmente molto elegante - ormai era in tutto e per tutto la dama piu' elegante di Parigi. Indossava di solito un abito da amazzone in velluto verde, il suo colore preferito. Era foderato di velluto verde anche il calcio della sua carabina in acciaio intersiato d'oro.
    Dopo la partita di caccia o la passeggiata alla Bagatelle, i due sposi rientravano al galoppo a Parigi per essere puntuali al levare delle mense alla tavole di re Luigi XVIII. A Carolina capitava spesso di giungere in ritardo ed in questi casi assumeva un'aria contrita, come una bambina colta in fallo. Ma per quanti sforzi facesse, non riusciva quasi mai ad essere puntuale. Il suo cocchiere racconto' che una volta, mentre correva per le vie di Parigi, per recuperare il solito ritardo, udi' degli strani scossoni provenire dall'interno della vettura. Si chino' a guardare e scorse sua Altezza che, ginocchini sul sedile, spintonava la spalliera come se cercasse in tal modo di aumentare la velocita' della carrozza.
    Ogni volta che arrivava in ritardo, il bonario Luigi XVIII le manifestava il proprio disappunto togliendo l'orologio dal taschino ed osservandolo con finta gravita'.
    In seguito le aveva anche imposto una multa di cinquanta centesimi che pretendeva ogni volta che lei arrivava tardi.

    -continua-
     
    Top
    .
40 replies since 10/5/2008, 17:17   2009 views
  Share  
.