Purgatory

Posts written by Fantuzzy da Podium Varinum

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    Buon compleanno Silver!

    Fra piogge, frane, acqua e primi freddi, una pioggia di stelle per il tuo compleanno ci sta...

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    Proseguo io la tradizione dei compleanni a sorpresa anticipati.

    Non sarà un grande allestimento.. non sono buona a farli! :marameo:

    E però domani è il compleanno di Silverback... e ca va sans dire (come direbbe Rino) è un pilastro indimenticabile di questo forum e dell'altro. Un pilastro in genere. Ben piantato e che ha attraversato tempeste, cambiamenti, è stato ovunque presente, anche dove non te l'aspettavi ed è ancora qui, ben piantato, con radici solide.

    A lui per domani vanno i miei auguri di Buon Compleanno che sono sicura sono di tutti :)

    Buon compleanno Silver! Che si spianterebbe dalle sue radici solo per un viaggio come questo





    A U G U R I ! !

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    http://www.lastampa.it/2013/05/03/esteri/u...McP/pagina.html
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    http://fahreunblog.wordpress.com/2013/03/15/braciole/

    Siete in fila dal macellaio per acquistare una braciola e vi coglie uno scrupolo etico: sarà giusto quel che state facendo? E’ il caso di procedere o di andarsene per abbracciare il vegetarianesimo una volta per tutte?

    Forse gli animali vantano davvero dei diritti, almeno le razze superiori. O no?

    Un filosofo come Murray Newton Rothbard risponde secco:

    … sono pronto a riconoscere agli animali ogni diritto che mi chiederanno…

    Queste due righe racchiudono in modo icastico il “no” della tradizione: gli animali avranno diritti giuridici solo quando saremo pronti a riconoscere anche le loro responsabilità giuridiche.

    Detto cio’, sia chiaro, per MNR gli animali hanno tutti i diritti che ritiene di conferire loro il padrone, compreso il deferente bacio della zampa imposto all’ ospite bipede ammesso in casa.

    Sulla sponda opposta si colloca il controverso filosofo australiano Peter Singer.

    Nel giustificare talune forme di infanticidio, costui attribuisce all’ animale uno status etico più elevato rispetto a quello tipico del bimbo disabile.

    Per Singer il “sentire” è tutto e una capacità percettiva menomata ci fa regredire verso la sfera degli oggetti.



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    Lo spettro è dunque ampio e forse una tra le soluzioni intermedie più promettenti è quella delineata da Robert Nozick:

    … etica kantiana per gli uomini ed etica utilitarista per gli animali…

    Cio’ significa che solo l’ uomo puo’ vantare dei diritti più o meno assoluti.

    Per dirlo con una formula: l’ uomo è sempre fine e mai mezzo.

    Tradotto con un esempio facile facile: per salvare cinque meravigliose persone bisognose di un trapianto d’ organi non sarà mai lecito sacrificare uno scorbutico misantropo senza parenti particolarmente in salute!

    Al contrario, quando consideriamo il mondo animale, poiché il fine giustifica i mezzi, sarà lecito massimizzare la felicità complessiva della comunità… “omoanimalesca”.

    Una soluzione del genere ha il pregio di distinguere chiaramente tra uomo e animale e, contemporaneamente, di condannare senza appello le violenze gratuite contro questi ultimi.

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    Da questa premessa prende le mosse il saggio di Robin Hanson sul vegetarianesimo (Meat is moral).

    Siamo fortunati perché quando si parla di utilitarismo RH è la persona più adatta da consultare.

    Per RH un’ azione è buona solo se produce conseguenze complessivamente buone.

    RH ha il pregio di praticare questo imperativo sempre e comunque, è l’ utilitarista più coerente che conosca…

    [… secondo lui la shoah è esecrabile solo in virtù del fatto che “… il numero di nazisti coinvolti nel progetto era insufficiente…”!…]

    … sarà difficile andare d’ accordo con lui ma sarà molto facile capirsi e capire.

    Per esempio, questo suo saggio è caratterizzato come anti-vegetariano ma io non escludo affatto che RH sia un vegetariano, anzi: ha una vera passione per gli argomenti che confutano le sue vedute.

    Non temendo le possibili conseguenze imbarazzanti dell’ etica che professa, puo’ illustrarla senza tanti orpelli, sfumature e correzioni in corsa. Un intellettuale onesto fino in fondo. Merce rara.



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    Bene, detto questo possiamo ricominciare: siete in fila dal macellaio per acquistare una braciola e vi coglie uno scrupolo etico: sarà giusto quel che state facendo? E’ il caso di procedere o di andarsene per abbracciare il vegetarianesimo una volta per tutte?

    Se siete in procinto di compiere il grande passo forse vi interesserà sapere che:

    … ordinando la braciola voi non danneggiate i maiali ma li aiutate…

    Eppure ordinando una braciola commissiono la morte di un maiale!

    … errato… voi vi limitate a commissionare la carne di un animale già morto…

    Sarà vero per quel maiale specifico ma per gli altri maiali che stanno nella fattoria o in allevamento?

    … verranno uccisi comunque…

    Ma se contribuisco a comprimere la domanda di braciole la carneficina prima o poi cesserà o rallenterà. In effetti mi accorgo di avere a cuore soprattutto la vita dei “maiali futuri”, quelli che ora nemmeno sono nati.

    … di male in peggio… dovrai infatti convenire che la tua azione li danneggia poiché i “maiali futuri” che avranno la fortuna di vedere la luce di questo mondo diminuiranno drasticamente anche per colpa tua…

    Si sarà capito che per RH non esiste una relazione tra dieta vegetariana e riconoscimento dei diritti all’ animale, e laddove dovesse esistere sarebbe comunque una relazione inversa.

    Cosa vi avevo detto? Abbiamo a che fare con un utilitarista tutto d’ un pezzo. Un vero osso duro.

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    RH ci fa solo notare che l’ alternativa ai maiali dalla vita breve non sono maiali dalla vita lunga ma maiali dalla vita ancora più breve. Anzi, dalla vita inesistente.

    Se così stanno le cose, secondo l’ etica conseguenzialista la scelta è obbligata.

    … chi non consuma carne consuma altri alimenti la cui produzione impegna il suolo come se non più dell’ allevamento… è da escludere quindi che un longevo maiale selvatico rimpiazzi il maiale domestico…

    Ecco allora la reale alternativa:

    … bisogna decidersi se sacrificare la già breve vita di un maiale o quella di un asparago… e poiché l’ asparago non ha uno statuto morale degno di nota, la scelta in favore dei maiali s’ impone…

    Ma questa è proprio la scelta che compie inconsapevolmente l’ amante di braciole. Da qui la conclusione:

    … per chi ha a cuore i diritti degli animali consumare braciole non è solo consentito ma addirittura doveroso… Al contrario, la pratica vegetariana è di fatto immorale e dannosa per gli animali che si vorrebbe proteggere…

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    E’ giusto o sbagliato creare vite che saranno poi interrotte?

    … in un’ ottica utilitarista non solo è giusto ma è doveroso se sono vite che vale la pena vivere…

    Giudicare l’ esistenza di questa condizione non è facile, mettersi nei panni di un maiale d’ allevamento è impresa ardua:

    … a mio giudizio la vita in allevamento e nelle fattorie vale la pena di essere vissuta… d’ altronde a giudicare dai maiali che ho visto sembra trasparire una sete di vita più che di morte… non hanno nessuna intenzione di “farla finita”…

    Forse ha un certo peso anche il fatto che alcune razze siano selezionate esclusivamente per l’ allevamento, sopportano bene la loro situazione e fuori da quel contesto avrebbero ancora più problemi.



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    Naturalmente il ragionamento di Hanson presenta dei punti deboli.

    Non penso proprio che gli amanti delle braciole abbiano in mente niente del genere e mi chiedo allora se una scelta etica possa mai esistere senza un’ intenzione etica. Per un utilitarista non ci sono problemi, ma per noi?

    Come possiamo poi sapere che un animale non voglia suicidarsi?

    Forse non ha nemmeno le facoltà mentali per deciderlo.

    Oppure non ha i mezzi.

    D’ altro canto è pure vero che, quanto più ipotizziamo ridotte le sue facoltà mentali, tanto meno siamo indotti a farne un titolare di diritti.

    Forse il suicidio è doloroso in sé, per quanto si desiderino le conseguenze che comporta. Dopotutto per i maiali non esistono cliniche svizzere con tutti i comfort.

    L’ evoluzione puo’ aver sviluppato dei bias che ingannano il maiale circa la scelta migliore da compiere: il maiale fenotipo e il suo “gene egoista” avrebbero infatti interessi divergenti qualora il suicidio fosse la via preferibile per il primo.

    Certo, il fatto è che molti di noi si suiciderebbero se ridotti a una vita da maiali di allevamento ma la cosa non sembra molto rilevante poiché molti di noi si suiciderebbero anche se costretti a una vita da maiali selvaggi!

    Andrebbe evitata ogni antropomorfizzazione.

    Eppure, come faccio a giudicare se non “antropomorfizzo” almeno un po’?

    Forse un simile giudizio non è solo difficile, è impossibile. Meglio rassegnarsi. In questo caso però un pregiudizio in favore della vita sarebbe plausibile. O no?

    Potremmo tagliare la testa al toro e decidere di non preoccuparci per la vita dei “maiali futuri”. Rinunceremmo però anche alla massimizzazione dell’ utilità generale uscendo di fatto dall’ ottica utilitarista. Senza contare che i maiali esistenti, come ricordava RH, sarebbero comunque spacciati e allora tanto varrebbe mangiarli.

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    L’ opzione vegetariana è dunque immorale?

    Direi che all’ interno di una prospettiva utilitarista l’ argomento di RH regge nel suffragare almeno questa conclusione minimale.

    L’ animalista coerente è tenuto a mangiare carne a più non posso?

    Francamente nemmeno RH ha il coraggio di spingersi fino a un simile paradosso.

    E allora, che fare?

    Consiglierei chi intende rispettare in modo intelligente il mondo animale di mantenere la propria dieta carnivora, magari sobbarcandosi un supplemento di ricerca e di spesa per rifornirsi presso allevamenti conformi a certi standard.
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    CITAZIONE (sonobeta @ 13/11/2012, 22:13) 
    sono d'accordo con tutto il post. le conclusioni mi lasciano un po perplesso.
    super igiene, super cautela ecc..secondo me nascono piu dalla mancanza del padre, sia fisica, sia dal punto di vista dell autorevolezza, che dall'aumento del tempo che il figlio passa con la madre. è piu una questione di potere che di tempo.
    credo che con un padre di pari valore morale, il rischio di creare superbamboccioni, non si sarebbe corso solo perche aumentava tempo di contatto madre figlio.
    non so se mi sono spiegato.

    sì ti sei spiegato ed è possibile naturalmente che sarebbe andata così. Infatti trattasi di fantastoria. Ciononostante continuo a pensare che in presenza di ozio puro e con la spinta culturale e naturale ancora in direzione della madrechesacosaèbeneperilfiglio (concetto che è antecedente al femminismo) qualche danno si sarebbe potuto verificare
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    CITAZIONE (Illusive Man @ 13/11/2012, 12:29) 
    Ma se le donne hanno cercato di entrare negli spazi maschili (nonostante fossero ben più pericolanti) e gli uomini non hanno preteso di entrare in quelli femminili (nonostante fossero più stabili), secondo me il motivo è che culturalmente si dava per scontato che l'uomo avesse un ruolo privilegiato e le donne un ruolo sottomesso.
    Quindi colpevoli e innocenti, nuovamente.

    ni. Ci penso su.
    Più che sottomesso, ristretto. Il campo è quello insomma, delimitato. E' come la casa e lo spazio aperto. Se c'è un terremoto, l'istinto è quello di uscire dalla casa che sta franando. Quelli che stanno fuori sentiranno la terra tremare e cercheranno di fuggire verso spazi aperti non di entrare nelle case.
    E parlavo proprio di istinto.
    La casa è il ruolo femminile. La strada quello maschile se vuoi.
    Oppure tana e spazio aperto, ma non cambia. La tana sta franando ne esci. Se fuori trema il terreno si corre lontano non ci si imbuca in un budello.
    Poi certo, magari anche gli uomini scoprono che 'ndo corri se c'è il terremoto, e magari le reazioni sono pure diverse.

    Prendila con le pinze perchè è una sensazione istintiva.
    Alle volte la "base" della QM. Quella dell'uomo colpevole (e responsabile) e della donna innocente (e irresponsabile) mi da un po' l'idea che si considerino gli innocenti esenti da meccanismi di paura.
    Come se gli uomini temessero l'insenso e la perdita di senso perchè responsabilizzati e le donne invece da irresponsabili non avessero nessuna paura, perchè tanto se la cavano comunque
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    CITAZIONE
    Insomma quel che penso è che comunque, inconsciamente si sia “sentito” la perdita di quel ruolo. Che andava a morire, e che quindi era necessario trovarsi un altro spazio, che si è trovato nel gettarsi nello spazio finora gestito dal maschile in una battaglia competitiva con l’altro sesso sfruttando ogni arma consapevole o inconsapevole.

    ok forse non ho scritto ben chiaro qui: per sentire la perdita di un ruolo che va a morire, intendevo proprio la percezione che quel ruolo cominciava ad essere messo seriamente in discussione, esattamente come gli operai di una fabbrica che cominciano a sentir parlare di cassa integrazione o di riduzione del personale, perchè l'articolo non si smercia più come prima. (tipo le automobili per cui raggiunto il limite di saturazione nella popolazione cala la vendita oppure devi inventarti rottamazioni sempre più veloci o altre cose) Non è che la fabbrica chiude immediatamente, magari si trovano altre strategie per tirarla avanti per anni o decenni, ma sicuramente ci stai più attento.

    CITAZIONE (Illusive Man @ 13/11/2012, 12:20) 
    Il ruolo tradizionale femminile non è mica fare 18 figli, quello è solo il ruolo patriarcale superficiale, come il ruolo maschile di contadino o il pastore (due cose che la nostra società ugualmente irride).
    Il ruolo tradizionale femminile è quello di farsi corteggiare, ammaritarsi e figliare.
    E la nostra società fa ancora pressioni alla donna perchè si faccia corteggiare, si ammariti e faccia un figlio, non 18 ma uno sì.
    Come la società fa ancora pressioni all'uomo perchè diventi utile, corteggi e lavori (non facendo il pastore ma aggiornando il lavoro ai tempi moderni).

    no non riesco a spiegarmi.
    Ti cambia sì, se ti fanno pressioni per sposarti e fare un figlio (ma non di più). Per una serie di motivi. Il primo dei quali è che se fai un figlio a vent'anni significa che a quarant'anni non avrai più nulla di fare. Se fai un figlio a quaranta significhe non farai nulla fino a quarant'anni.
    Devi riempire quello spazio in qualche modo.
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    CITAZIONE (Illusive Man @ 13/11/2012, 11:59) 
    Ok dunque ricapitoliamo, la distruzione del ruolo tradizionale femminile non era uno scopo in anticipo, e ad oggi la distruzione del ruolo tradizionale femminile non è ancora stata attuata.
    Se quindi sta distruzione non sta nè nei fatti nè nelle inenzioni, dove sta? :wacko:

    non ho capito.
    A me non sembra di assistere a una valutazione così positiva della mamma con tanti figli che sta a casa a prendersi cura dei figli e del marito.
    A parte Costanza Miriano e i neocon (che appunto se si chiamano "neo" significa che sono alla ribalta sono in questi ultimi anni).
    Poi non ho mai parlato di distruzione ma della paura che si rendesse inutile, con ciò rendendo inutili anche chi non si era adeguata.
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    CITAZIONE (Illusive Man @ 13/11/2012, 11:30) 
    Ok messa così sembrerebbe che un'elite abbia stabilito di distruggere il ruolo tradizionale alla donna e metterla in competizione con l'uomo per il mercato consumistico ma che poi non se ne sia fatto niente perchè la cultura alla base non era pronta e la femminilità culturale era troppo profonda.
    E' questa la sintesi della tesi quindi?

    veramente ho detto esattamente il contrario..credo.
    Perchè non capisco cosa intendi per "femminilità culturale profonda"
    No, comunque il mio assunto partiva dal contrario.
    Non credo che gli allarmi sulla sovrappopolazione partano dall'intento di distruggere il ruolo tradizionale della donna. La distruzione del ruolo tradizionale è una conseguenza.
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    CITAZIONE (Illusive Man @ 13/11/2012, 11:18) 
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    Anche perchè sto mito della natalità sostenibile è iniziato a inizio '80 in america e ben dopo in italia...

    eh? veramente io ho iniziato a sentirne parlare alle elementari.
    Il che significa che se ne parlava già a livello molto divulgativo, altrimenti non l'avrei colto a quell'età.
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    CITAZIONE (Illusive Man @ 13/11/2012, 10:36) 
    Le femmine copieranno i maschi quando rischieranno il barbonaggio come i maschi, e quindi dovranno fare veramente di tutto compreso delinquere seriamente in massa per guadagnarsi il pane. Il femminismo non sprona le donne a competere con gli uomini, ma le sprona a scimmiottare superficialmente gli uomini, dal punto di vista dei soli pro, senza i contro.

    ma non sono sicura anche qui della causa e dell'effetto.
    Per me il femminismo le sprona alla competizione. Poi l'effetto è che la maggior parte delle donne si è trovata a scimmiottare gli uomini, perchè comunque non era allenata alla competizione di tipo maschile, e quindi ha continuato ad usare le strategie di competizione che erano nel suo DNA.
    Cioè si è sentita spronata alla competizione, a considerare l'uomo qualcuno da battere. Dall'altra parte chiaramente non ha trovato gente disposta a competere perchè continuava a non considerare (per DNA o per cultura) l'elemento femminile come antagonista.
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    CITAZIONE (Illusive Man @ 13/11/2012, 11:05) 
    Inoltre ripeto maternità e cura sono ancora insostituibili.

    questo l'ho capito, ma non c'entra col mio discorso che partiva dal fatto che non erano più richieste in termini "quantitativi".
    E questo lascia fuori una gran quantità di femmine. Vale a dire che ci si potrebbe cominciare ad avere l'ansia da qualità.

    CITAZIONE
    c'era l'agitazione sindacale contro la meccanizzazione industriale... in inghilterra e stati uniti invece la meccanizzazione è avvenuta molto prima.

    ma i sommovimenti maschili per le ansie maschili di inutilità sono sempre stati rivolti al mondo esterno, in competizione intra-maschile. Tu dici che non si sono creati movimenti maschili per "fregare" il ruolo alle donne. Ma lo dici pure tu che la maternità e la cura sono insostituibili ancora oggi. Cosa potevano fare? Rivendicare il diritto di partorire e di allattare in un mondo in cui persino alle donne veniva detto che era meglio cominciare a frenare la produzione di figli perchè già eravamo in troppi?
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    CITAZIONE (Illusive Man @ 13/11/2012, 10:36) 
    Le macchine tendono a togliere il lavoro agli uomini. Le macchine per partorire o crescere i figli non ci sono ancora.

    ricordati sempre che non stiamo parlando di quel che percepiamo "adesso" ma cinquant'anni fa. Non sono così sicura che cinquant'anni fa si percepisse a livello di massa l'idea della non più utilità dell'uomo. Forse si percepiva ancora il cambio di attività (da agricola a industriale).

    Volendo il terziario e i servizi (caratteristici del femminile) sono venuti dopo. E potrebbe essere stato uno sbocco che all'epoca non si percepiva.
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    CITAZIONE (Illusive Man @ 12/11/2012, 23:23) 
    CITAZIONE (Rita DadoStar @ 12/11/2012, 22:39) 
    tipo?

    Il Giappone è ricco e a demografia simile all'Italia per esempio. Anche la Corea del Sud è nel blocco occidentale.

    Altre popolazioni molto ricche che fanno e continuano a fare mediamente cinque o sei figli a testa?

    Il giappone è cultura occidentale eh, e non dal 1945... ma dal periodo meiji.

    India, Cina (e infatti devono vietare le gravidanze per legge), Africa, paesi musulmani non occidentalizzati (tipo Marocco, Egitto...).

    ma l'India e la Cina non mi sembrano molto ricche. Idem per il Marocco e l'Africa. Emigrano qui sostanzialmente. Ma anche quelli che sono là non se la passano un granchè bene. C'ho un vicino che ha sposato una cinese. Sono tipo come noi durante la guerra quanto a condizioni di vita.

    CITAZIONE
    ha disgregato solamente il ruolo femminile o anche quello maschile?
    E' evidente come il ruolo tradizionale maschile sia stato colpito almeno in egual misura dalla modernità, rendendolo sostituibile come forza lavoro e rendendo in generale la supremazia fisica un malus piuttosto che un bonus...
    Eppure dalla perdita del ruolo tradizionale non è nato alcun movimento maschilista o maschile che pretendesse per gli uomini un ruolo tradizionalmente femminile come diritto e rivendicazione nei confronti delle donne (maschile plurale è diverso).

    ma gli uomini avevano comunque un ruolo sociale esterno. L'hanno creato loro, per cui dalla forza lavoro puramente fisica sono passati alla forza lavoro tecnologica. Ma sempre un ruolo lavorativo avevano.

    CITAZIONE
    Quindi c'è qualcosa di molto più profondo.
    Ed appunto secondo me questo più profondo è la morale dell'innocente. Gli uomini essendo i responsabili e i colpevoli non potevano ribellarsi se non a sè stessi (tipo maschile plurale appunto), le donne essendo le irresponsabili e innocenti non potevano ribellarsi se non agli uomini.

    ma veramente io continuo a non vedere questa ribellione agli uomini. Ci vedo competizione che mi pare un filo diverso. Non è che si sono ribellate e si sono inventate qualcosa di nuovo nella società. Questo è quello che ancora oggi lamentano. Il fatto che abbiano copiato i maschi, sono entrate in competizione ne mondo maschile imitando il maschile, non ribellandosi, secondo me, pretendendo appunto, come dici tu, che continuassero ad aiutarle a competere (cosa che i maschi hanno fatto
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    CITAZIONE (Illusive Man @ 12/11/2012, 22:28) 
    Scusa ma lo dici come se fosse spontaneo e non accadesse solo nella cultura occidentale...
    Le altre culture anche diventando più ricche fanno comunque gli stessi figli.

    tipo?

    Il Giappone è ricco e a demografia simile all'Italia per esempio.

    Altre popolazioni molto ricche che fanno e continuano a fare mediamente cinque o sei figli a testa?
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