CHI E' GEORGE SOROS?

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  1. juliya
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    "Sì ho una politica estera: il mio obiettivo è divenire la coscienza del Mondo."(1)
    Non si tratta per nulla di un caso di narcisismo acuto della personalità; ecco infatti, come George Soros applica oggi il potere dell'egemonia degli USA nel mondo.
    Le istituzioni di Soros e le sue macchinazioni finanziarie sono in parte responsabili della distruzione del socialismo in Europa dell'Est e nell'ex URSS. Ha gettato la sua attenzione anche sulla Cina. Ha preso anche parte a tutte le operazioni che sono sboccate nello smantellamento della Jugoslavia. Mentre si da arie da filantropo, il ruolo del miliardario George Soros consiste nel rinserrare la presa ideologica della globalizzazione e del Nuovo ordine mondiale assicurando la promozione del proprio profitto finanziario. Le operazioni commerciali e "filantropiche" di Soros sono clandestine, contraddittorie e coattive. E, per ciò che riguarda la sue attività economiche, egli stesso ammette che non ha coscienza, in quanto capitalista è assolutamente amorale.

    Maestro della nuova arte della corruzione che inganna sistematicamente il mondo, con accesso agli uomini di stato che lo ascoltano. È stato vicino a Henry Kissinger, Vaclav Havel e al generale polacco Wojciech Jaruzelski.(2) Sostiene il dalai lama, il cui istituto si trova a Presidio, San Francisco, che ospita, tra l'altro, la fondazione diretta dall'amico di Soros, l'ex dirigente sovietico Mikhail Gorbachev.(3)

    Soros é una figura di punta del Consiglio delle Relazioni estere, del Forum economico mondiale e di Human Rights Watch (HRW). Nel 1994, dopo un incontro con il suo guru filosofico, Sir Karl Popper, Soros ordinava alle sue società di mettersi a investire nelle comunicazioni in Europa centrale e dell'Est.
    L'amministrazione federale della radiotelevisione della Repubblica ceca ha accettato la sua offerta di riprendere e finanziare gli archivi di Radio Free Europe. Soros ha trasferito i suoi archivi a Praga e ha speso più di 15 milioni di dollari per i loro spettacoli.(4) Congiuntamente con gli USA, una fondazione Soros dirige oggi Radio Free Europe/Radio Liberty, che ha esteso le sue ramificazioni al Caucaso e in Asia.(5)

    Soros è il fondatore e il finanziatore dell'Open Society Institute. Ha creato e sostenuto il Gruppo internazionale di Crisi (GIC) che, tra l'altro è attivo nei Balcani dopo lo smantellamento della Jugoslavia. Soros lavora apertamente con l'Istituto Americano per la Pace - un organo ufficialmente riconosciuto dalla CIA.
    Quando le forze ostili alla globalizzazione protestavano sulle strade attorno il Waldorf-Astoria, a New York, nel febbraio 2002, George Soros era all'interno e teneva un discorso davanti il Forum economico mondiale. Quando la polizia premeva i manifestanti nelle gabbie metalliche a Park Avenue, Soros vantava le virtù d'una "società aperta", unendosi così a Zbigniew Brzezinski, Samuel Huntington, Francis Fukuyama e altri.

    Chi è questo tipo?

    George Soros è nato in Ungheria nel 1930 da genitori ebrei così lontani dalle loro radici che passarono, una volta, le vacanze nella Germania nazista.(6) Soros visse sotto il regime nazista ma, al momento del trionfo dei comunisti, andò in Inghilterra nel 1947. Lì, alla London School of Economics, subì l'influenza del filosofo Karl Popper, un ideologo anticomunista adulato il cui insegnamento costituì la base delle tendenze politiche di Soros. È difficile trovare un discorso, un opera o un articolo di Soros che non obbedisca all'influenza di Popper.

    Nel 1965, Popper inventò lo slogan della "Società aperta", che si ritroverà più avanti nella Open Society Fund and Institute di Soros. I discepoli di Popper ripetono le sue parole come dei veri credenti. La filosofia di Popper incarna perfettamente l'individualismo occidentale. Soros lasciò l'Inghilterra nel 1956 e trovò lavoro a Wall Street dove, negli anni '60, inventò i "fondi di copertura": "I fondi di copertura soddisfacevano gli individui assai ricchi (...) I fondi in gran parte segreti, servivano abitualmente a fare degli affari in luoghi lontani (...) producevano dei profitti astronomicamente superiori. L'ammontare degli 'impegni' mutavano spesso in profezie che si autorealizzavano: 'le voci circolavano a proposito d'una situazione di acquisto che, grazie agli enormi fondi di copertura, incitavano altri investitori a sbrigarsi a fare lo stesso, cosa che a sua volta aumentava le azioni degli operatori di copertura."(7)

    Soros creò il Quantum Fund nel 1969 e iniziò a manipolare le monete. Negli anni '70, le sue attività finanziarie scivolavano verso "l'alternanza tra le situazioni a lungo e a corto termine (...) Soros iniziò a guadagnare sulla crescita dei trusts d'investimento nell'immobiliare e sui loro successivi fallimenti. Durante i suoi venti anni di gestione, la Quantum offrì dei profitti clamorosi del 34,5% in media all'anno. Soros è particolarmente noto (e temuto) per le sue speculazioni sulle monete. (...) Nel 1997, si vide assegnare una distinzione rara facendosi chiamare scellerato da un capo di stato, Mahathir Mohamad, della Malaysia, per avere partecipato a un raid particolarmente vantaggioso contro la moneta del paese."(8)

    È attraverso tali "giochetti" finanziari clandestini che Soros divenne multimiliardario. Le sue società controllano l'immobiliare in Argentina, Brasile e in Messico, la banca in Venezuela e appaiono in molte delle più vantaggiose transazioni monetarie, facendo nascere la credenza generale che i suoi amici più potenti l'abbiano aiutato nelle sue avventure finanziarie, e ciò per delle ragioni tanto politiche che economiche.(9)

    George Soros è stato accusato di aver fatto naufragare l'economia tailandese nel 1997.(10) Un attivista tailandese dichiarò: "consideriamo George Soros come une sorta di Dracula. Succhia il sangue del popolo."(11) I cinesi lo chiamano "il coccodrillo" per i suoi sforzi economici e ideologici in Cina, che non erano mai sufficienti, e perché le sue speculazioni finanziarie hanno generato milioni di dollari di profitto quando mise le zampe sulle economie tailandese e Malese.(12)

    In un giorno Soros guadagnò un miliardo di dollari speculando (una parola che detesta) sulla sterlina inglese. Accusato di prendere "denaro dai contribuenti ogni volta che speculava contro la sterlina", aveva risposto: "Quando voi speculate sul mercato finanziario, non badate alle preoccupazioni morali cui si deve confrontare un uomo d'affari ordinario. (...) Non mi preoccupo di questioni morali nel mercato finanziario."(13)

    Soros é schizzofrenicamente instabile quando si tratta di arricchirsi personalmente in modo illimitato e prova un perpetuo desiderio d'essere ben considerato dagli altri: "I commercianti di monete seduti nei loro uffici comprano e vendono divise dei paesi del terzo mondo in grande quantità. L'effetto delle fluttuazioni dei corsi sulle persone che vivono in questi paesi non favorisce il loro spirito. Non si dovrebbe farlo più: hanno un lavoro da fare. Se ci fermiamo a riflettere, noi dobbiamo porci la questione di sapere se i commercianti di divise (...) debbano controllare la vita di milioni di persone."(14)

    È George Soros che ha salvato la pelle di George W. Bush quando la gestione della sua società di prospezioni petrolifere era sul punto di risolversi in un fallimento. Soros era il proprietario della Harken Energy Corporation e lui aveva comprato lo stock delle azioni in ribasso poco prima della fine della società. Il futuro presidente liquidò quasi un milione di dollari. Soros dichiarò che aveva agito i quel modo per avere "influenza politica".(15) Soros é ugualmente un partner della tristemente celebre Carlyle Group. Ufficialmente fondata nel 1987, la "più importante società privata per azioni del mondo", che gestisce più di 12 miliardi di dollari, é diretta da "un vero pugno mondano di ex dirigenti repubblicani", dall'ex membro della CIA, Frank Carlucci, fino al capo della CIA ed ex presidente George Bush padre. Il Carlyle Group trae la maggior parte delle sue entrate dalle esportazioni di armi.

    La spia filantropa

    Nel 1980, Soros comincia a utilizzare i suoi milioni per combattere il socialismo in Europa dell'Est. Finanzia degli individui suscettibili di cooperare con lui. Il suo primo successo, l'ottiene in Ungheria. Attacca il sistema educativo e culturale ungherese, smantellando il sistema statale socialista di tutto il paese. Si apre un canale direttamente all'interno del governo ungherese. In seguito, Soros si volse alla Polonia, contribuendo all'operazione Solidarnosc, finanziata dalla CIA, e, lo stesso anno, estende le sue attività in Cina. L'URSS venne dopo.

    Non era un caso se la CIA ha condotto delle operazioni in tutti da questi paesi. Il suo obiettivo era ugualmente la stessa di quella dell'Open Society Fund: smantellare il socialismo. In Africa del Sud, la CIA addestrava dei dissidenti anticomunisti. In Ungheria, in Polonia e in URSS, tramite un intervento non dissimulato condotto a partire dalla Fondazione nazionale per la Democrazia, l'AFL-CIO, l'USAID e altri istituti, la CIA sosteneva e organizzava gli anticomunisti, gli stessi tipi d'individui reclutati dalla Open Society Fund di Soros. La CIA li chiamava i suoi "assi nella manica". Come dice Soros: "in ogni paese ho identificato un gruppo di persone - certe sono delle personalità di primo piano, altri sono meno noti- che sostengono la mia fede..."(16)

    L'Open Society di Soros organizzava delle conferenze con degli anticomunisti cechi, serbi, romeni, ungheresi, croati, bosniaci, kossovari.(17) la sua influenza crescente fece sospettare che operasse in quanto parte del sistema spionistico USA. Nel 1989, il Washington Post riportava le accuse fatte già nel 1987 da ufficiali del governo cinese e pretendenti che il Fondo di Soros per la Riforma e l'Apertura della Cina aveva delle connessioni con la CIA.(18)

    Il turno della Russia

    Dopo il 1990, i fondi di Soros mirano al sistema educativo russo e fornivano dei manuali in tutta la nazione.(19) In effetti, Soros si serve della propaganda dell'OSI per indottrinare la gioventù russa. Le fondazioni di Soros sono state accusate d'avere orchestrato una strategia mirante a assicurarsi il controllo del sistema finanziario russo, dei piani di privatizzazione e del processo degli investimenti esteri nel paese. I Russi reagirono con rabbia alle ingerenze di Soros nelle legislazioni. Le critiche di Soros e altre fondazioni USA hanno affermato che l'obiettivo di queste manovre era di "impedire che la Russia divenisse uno stato con un potenziale che rivaleggiasse con la sola superpotenza mondiale".(20) I Russi sospettarono che Soros e la CIA siano interconnessi. Il magnate Boris Berezovsky, disse: "Ho appena volto lo sguardo appena ho appreso, che da qualche anno, George Soros è un agente della CIA. "(21) L'opinione di Berezovsky era che Soros, come anche l'Occidente, "temessero che il capitalismo russo divenisse troppo potente".

    Se l'establishment economico e politico degli USA teme la concorrenza economica della Russia, quale migliore maniera di controllarla che dominare i media, l'educazione, i centri di ricerca e i settori scientifici della Russia? Dopo aver speso 250 milioni di dollari per "la trasformazione dell'educazione delle scienze umane e dell'economia a livello delle scuole superiori e delle università", Soros inietta 100 milioni di dollari, dopo un anno, per la creazione della Fondazione scientifica internazionale.(22) I Servizi federali russi di controspionaggio (FSK) accusano le fondazioni di Soros in Russia di "spionaggio". Segnalano che Soros non opera da solo; fa parte di un rullo compressore che ricorre, tra l'altro, a dei finanziamenti da Ford e dalla Heritage Foundations, dalle università di Harvard, Duke e Columbia, e all'assistenza del Pentagono e dei suoi servizi di informazione USA.(23) Il FSK s'indigna del fatto che Soros abbia messo le mani su circa 50.000 scienziati russi e presume che Soros abbia coltivato soprattutto i suoi interessi, assicurandosi il controllo di migliaia di scoperte scientifiche e nuove tecnologie russe e appropriandosi cosi dei segreti di stato e dei segreti commerciali.(24)

    Nel 1995, i Russi erano assai arrabbiati in seguito all'ingerenza dell'agente del Dipartimento di stato Fred Cuny, nel conflitto ceceno. Cuny si serviva dell'aiuto ai rifugiati come copertura, ma la storia delle sue attività nelle zone di conflitti internazionali interessanti gli USA, cui venivano a aggiungersi le operazione d'investigazione dell'FBI e della CIA, rendevano manifeste le sue connessioni con il governo USA. All'epoca della sua scomparsa, Cuny lavorava sotto contratto con una fondazione di Soros.(25) non si sa abbastanza negli USA, che la violenza in Cecenia, una provincia situata al centro della Russia, é generalmente vista come il risultato di una campagna di destabilizzazione politica che Washington vede di buon occhio e, che orchestra probabilmente. Questo modo di presentare la situazione é sufficientemente chiara agli occhi dello scrittore Tom Clancy, al punto che si è sentito libero di fare una affermazione di fatto nel suo best-seller: La somma di tutte le paure. I Russi hanno accusato Cuny di essere un agente della CIA e d'essere uno dei responsabili di una operazione di spionaggio destinata a sostenere l'insurrezione cecena.(26) L'Open Society Institute di Soros é sempre attiva in Cecenia, come lo sono ugualmente altre organizzazioni sponsorizzate dallo stesso Soros.

    La Russia é stata il teatro di almeno un tentativo comune di fare avanzare il bilancio di Soros, tentativo orchestrato con l'aiuto diplomatico dell'amministrazione Clinton. Nel 1999, il segretario di stato Madeleine Albright aveva bloccato una garanzia di prestito di 500 milioni di dollari per l'Export-Import Bank USA alla società russa, Tyumen Oil, pretendendo che ciò si opponesse agli interessi nazionali USA. La Tyumen voleva comprare delle attrezzature petrolifere di fabbricazione statunitense, così come dei servizi, presso la società Halliburton di Dick Cheney e dell'ABB Lummus Global di Bloomfield, New Jersey.(27) George Soros era investitore in una società che la Tyumen aveva tentato di comprare. Tanto Soros che BP Amoco avevano esercitato delle pressioni alfine d'impedire tale transazione, e Albright gli rese questo servizio.(28)

    Il discorso di un antisocialista di sinistra

    L'Open Society Institute di Soros infila le dita in ogni ambito. Il suo consiglio di amministrazione è un vero " Who's Who " della guerra fredda e dei pontefici del nuovo ordine mondiale. Paul Goble é direttore delle comunicazioni: "è stato il principale commentatore politico di Radio Free Europe". Herbert Okun ha servito nel dipartimento di stato di Nixon come consigliere dell'intelligence con Henry Kissinger. Kati Marton è la consorte di Richard Holbrooke, l'ex ambasciatore all'ONU e inviato in Jugoslavia dell'amministrazione Clinton. Marton ha esercitato pressioni in favore della stazione radio B-92, finanziata da Soros, e ha ugualmente assai operato in favore di un progetto della Fondazione nazionale per la democrazia (un'altra antenna ufficiale della CIA) che ha collaborato al rovesciamento del governo jugoslavo.

    Quando Soros fondò l'Open Society Fund, cercò il grande bonzo liberale Aryeh Neier per dirigerla. All'epoca, Neier dirigeva Helsinki Watch, una pretesa organizzazione dei diritti dell'uomo di tendenza nettamente anticomunista. Nel 1993, l'Open Society Fund divenne l'Open Society Institute.
    Helsinki Watch divenne Human Rights Watch nel 1975. All'epoca, Soros faceva parte della sua Commissione consultiva, sia per il comitato delle Americhe che per quelle dell'Europa dell'Est e dell'Asia centrale, e la sua nebulosa Open Society Fund/Soros/OSI è indicata come raccoglitrice di fondi.(29) Soros ha delle relazioni strette con Human Rights Watch (HRW) e Neier scrive articoli per la rivista The Nation senza menzionare in alcun modo che figura sui libri paga di Soros.(30)

    Soros é dunque strettamente legato a HRW, benché faccia del suo meglio per nasconderlo.(31) Dichiara che si accontenta di raccogliere fondi, di mettere i programmi a punto e di lasciare le cose andare da sole. Ma le azioni di HRW non si discostano in alcun modo dalla filosofia del suo raccoglitore di fondi. HRW e OSI sono assai vicini. Le loro visioni non divergono. Naturalmente, altre fondazioni finanziano ugualmente queste due istituzioni, ma non impedisce che l'influenza di Soros domini la loro ideologia.

    Le attività di George Soros s'inscrivono nello schema di costruzione sviluppato nel 1983 e così come è annunciato da Allen Weinstein, fondatore della Fondazione nazionale per la democrazia. Wainstein dichiara: "Una grande parte di ciò che noi facciamo oggi era realizzato in segreto dalla CIA 25 anni fa. "(32) Soros opera esattamente nei limiti del complesso spionistico. Differisce poco dai trafficanti di droga della CIA nel Laos, negli anni '60, o dei mujahidin che trafficavano nell'oppio conducendo delle operazioni per conto della CIA contro l'Afghanistan socialista degli anni '80. Canalizza semplicemente (e raccoglie) molto più denaro di queste marionette e una parte ben più importante dei suoi affari si fanno nei gironi migliori. La sua libertà d'azione, nella misura in cui possa goderne, risiede in un controllo fattivo dei profitti, che gli servono a legittimare le strategie della politica estera USA.

    La maggioranza degli statunitensi che, oggi, si considerano politicamente di centrosinistra, sono senza alcun dubbio pessimisti a proposito della speranza di assistere un giorno a una trasformazione socialista della società. Di conseguenza, il modello di "decentralizzazione" alla Soros, o l'approccio "frammentato" di "utilitarismo negativo, il tentativo di ridurre al minimo la quantità di miseria", che costituiva la filosofia di Popper, tutto ciò gli va bene, più o meno.(33) Soros ha finanziato uno studio di HRW che è stata usata per sostenere l'addomesticamento della legislazione in materia di droga nello stato della California e dell'Arizona.(34) Soros é favorevole a una legislazione sulle droghe - una maniera di ridurre provvisoriamente la coscienza della propria miseria. Soros é un corruttore che sostiene il concetto dell'uguaglianza delle opportunità. A una scala più elevata sul piano socio-economico, si trovano i social-democratici che accettano d'essere finanziati da Soros e che credono alle libertà civiche nel contesto stesso del capitalismo.(35) Per queste persone, le conseguenze nefaste delle attività commerciali di Soros (che impoveriscono le persone nel mondo) sono edulcorate dalle sue attività filantropiche. Allo stesso modo, gli intellettuali liberali di sinistra, tanto all'estero che negli USA, sono stati sedotti dalla filosofia dell'"Open Society", senza parlare dell'attrattiva che rappresentano le sue donazioni.

    La Nuova Sinistra USA era un movimento social-democratico. Era risolutamente antisovietica e, quando l'Europa dell'Est e l'Unione Sovietica si sono dissolte, pochi nella Nuova Sinistra si sono opposti alla distruzione dei sistemi socialisti. La Nuova Sinistra non ha né detto nulla né protestato quando centinaia di milioni di abitanti dell'Europa dell'Est e dell'Europa centrale hanno perso il loro diritto al lavoro, all'alloggio, e alla protezione della legge, all'educazione gratuita nelle scuole superiore, alla gratuità delle cure e dell'acculturazione. La maggioranza ha minimizzato gli avvertimenti che indicavano che la CIA e certe ONG - come la Fondazione nazionale per la Democrazia o l'Open Society Fund - avevano attivamente partecipato alla distruzione del socialismo. Queste persone avevano l'impressione che la determinazione occidentale a voler distruggere l'URSS dal 1917 era una cosa assai lontana dalla caduta dell'URSS. Per queste persone, il socialismo è scomparso di sua volontà, per le sue lacune e sconfitte.

    Quanto alle rivoluzioni, come quella del Mozambico, dell'Angola, del Nicaragua o del Salvador, annichilite dalle forze operanti per procura o ritardate dalle "elezioni" assai dimostrative, i pragmatisti della Nuova sinistra non hanno fatto altro che volgere lo sguardo da un'altra parte. Talvolta, la stessa Nuova Sinistra sembrava ignorare deliberatamente le macchinazioni post-sovietiche della politica estera USA.

    Bogdan Denitch, che nutriva delle aspirazioni politiche in Croazia, è stato attivo presso l'Open Society Institute e ha ricevuto dei fondi dalla stessa OSI.(36) Denitch era favorevole all'epurazione etnica dei Serbi in Croazia, ai bombardamenti della Nato della Bosnia e della Jugoslavia e anche a una invasione terrestre della Jugoslavia.(37) Denitch è stato uno dei fondatori e il presidente dei Socialisti democratici degli USA, un gruppo preponderante della sinistra liberale negli Stati Uniti. È stato anche presidente, per molto tempo, della prestigiosa Conferenza degli Universitari socialisti, grazie alla quale poteva facilmente manipolare le simpatie di molti e farli propendere al sostegno dell'espansione della Nato.(38) Altri obiettivi in sostegno di Soros comprendono Refuse and Resist, the American Civil Liberties Union e tutta una panoplia di altre cause liberali.(39) Soros acquisiva un altro trofeo inverosimilmente impegnandosi nella Nuova Scuola di Ricerche Sociali di New York, che era stata per molto tempo l'accademia principale degli intellettuali di sinistra. Oggi, sponsorizzano il Programma per l'Europa dell'est e l'Europa centrale.(40)

    Molte persone di sinistra ispirate dalla rivoluzione nicaraguense hanno accettato con tristezza l'elezione di Violetta Chamorro e la sconfitta dei sandinisti nel 1990. La quasi totalità della rete di sostegno in Nicaragua ha cessato la sue attività in seguito. Forse la Nuova Sinistra avrebbe potuto trarre qualche insegnamento dalla stella ascendente di Michel Kozak. L'uomo era un veterano delle campagne di Washington mirante a installare dei dirigenti simpatici in Nicaragua, in Panama e ad Haiti, e di minare Cuba - dove dirigeva la sezione di interessi USA all'Habana.

    Dopo aver organizzato la vittoria di Chamorro in Nicaragua, Kozak proseguì il suo cammino per divenire ambasciatore degli USA in Bielorussia, collaborando all'Internet Access and Training Program (IATP), sponsorizzato da Soros e che operava nella "fabbricazione di futuri dirigenti" in Bielorussia.(41) Nello stesso tempo, tale programma era imposto in Armenia, Azerbaidjan, Georgia, Kazakhstan, Kirghizistan, Turkmenistan e Uzbekistan. L'IATP opera assieme al sostegno del dipartimento di stato USA. A credito della Bielorussia, bisogna aggiungere che espulse Kozak e la sua cricca dell'Open Society di Soros e del dipartimento di stato USA. Il governo di Aleksandr Lukachenko scoprì che, quattro anni prima di installarsi a Minsk, Kozak organizzava forniture di decine di milioni di dollari destinati a alimentare l'opposizione bielorussa. Kozak lavorava all'unificazione della coalizione dell'opposizione, creava dei siti web, dei giornali e dei poli di opinione, e supervisionava un movimento di resistenza studentesca simile all'Otpor in Jugoslavia. Kozak fece anche venire dei dirigenti dell'Otpor per formare dei dissidenti in Bielorussia.(42) Proprio alla vigilia dell'11 settembre 2001, gli USA rilanciavano una campagna di demonizzazione contro il presidente Aleksandr Lukachenko. Tale campagna è stata messa da parte, per concentrarsi sulla "guerra contro il terrorismo".

    Con l'intromissione dell'OSI e dell'HRW, Soros era uno dei principali sponsors della stazione radio B-92 di Belgrado. Fondò l'Otpor, l'organizzazione che riceveva le "valigie di denaro" alfine di sostenere il golpe del 5 ottobre 2000 che rovesciava il governo jugoslavo.(43) Poco dopo, Human Rights Watch aiutava a legittimare il rapimento e la mediatizzazione del processo di Slobodan Milosevic all'Aja senza preoccuparsi dei suoi diritti.(44) Louise Arbour, che ha operato come giudice nel tribunale illegale, siede attualmente nel consiglio del Gruppo internazionale di crisi di Soros.(45) La gang dell'Open Society e di Human Rights Watch ha lavorato in Macedonia, dicendo che ciò faceva parte della sua "missione civilizzatrice".(46) Bisogna dunque attendere, un giorno, la "salvezza" per questa repubblica, affinché si ottenga così la disintegrazione dell'ex Jugoslavia.

    I Mandati del potere

    Infatti, Soros ha dichiarato che considerava la sua filantropia come morale e i suoi affari di gestione del denaro come amorale.(47) Pertanto, i responsabili delle ONG finanziate da Soros hanno una agenda chiara e permanente. Una delle istituzioni più influenti di Soros è il Gruppo Internazionale di Crisi, fondato nel 1986. Il GIC é diretto da individui provenienti dal centro stesso del potere politico e dal mondo delle imprese. Il suo consiglio d'amministrazione conta, tra l'altro, nei suoi ranghi Zbigniew Brzezinski, Morton Abramowitz, ex segretario di stato aggiunto degli USA; Wesley Clark, ex capo supremo degli alleati della Nato per l'Europa; Richard Allen, ex consigliere nazionale alla sicurezza degli USA. Vale la pena di citare Allen: l'uomo ha abbandonato il Consiglio nazionale della Sicurezza sotto Nixon perché era disgustato dalle tendenze liberali di Henry Kissinger; è sempre lui che ha reclutato Oliver North per il Consiglio nazionale della sicurezza sotto Reagan, e che negoziò lo scambio missili-ostaggi nello scandalo del contras-irangate. Per questi individui, "contenere i conflitti" equivale a assicurare il controllo statunitense sui popoli e le risorse del mondo intero.

    Negli anni '80 e '90, sotto l'egida della dottrina reaganiana, le operazioni segrete o aperte degli USA si compivano in Africa, in America latina, Caraibi e in Asia. Soros era apertamente attivo nella maggior parte di questi luoghi, corrompendo eventuali rivoluzionari in potenza, e sponsorizzando uomini politici, intellettuali e ogni altra persona suscettibile di arrivare al potere quando l'agitazione rivoluzionaria sarebbe decaduta. Secondo James Petras: "Alla fine degli anni '80, i settori più perspicaci delle classi neo-liberali al potere comprendono che i loro obiettivi politici polarizzano la società e suscitano un ampio scontento sociale. I politici neo-liberali si sono messi a finanziare e a promuovere una strategia parallela 'a partire dalla base', la promozione di organizzazioni in qualche modo 'tirate dalla base', dall'ideologia 'anti-statalista' e mirate a intervenire tra le classi potenzialmente conflittuali, alfine di creare un 'tampone sociale'. Tali organizzazioni dipendevano finanziariamente dalle risorse neo-liberali e erano direttamente impegnate nella concorrenza con dei movimenti socio-politici per la fedeltà dei dirigenti locali e delle comunità militanti. Negli anni '90, queste organizzazioni, descritte come 'non governative', si contano a migliaia e ricevono circa 4 miliardi di dollari in tutto il mondo."(48)

    In Underwriting Democracy (Garantire la democrazia), Soros si vanta "dell'americanizzazione dell'Europa dell'Est". Secondo i suoi propri desideri, grazie ai suoi programmi d'educazione, ha cominciato a mettere su un inquadramento dei giovani dirigenti "sorosiani". Questi giovani addestrati dalla Fondazione Soros sono preparati a riempire delle funzioni di ciò che si chiamano, comunemente, "agenti d'influenza". Grazie alla loro conoscenza pratica delle lingue e al loro inserimento nelle burocrazie nascenti dei paesi sotto tiro, tali reclute sono individuate per facilitare, sul piano filosofico, l'accesso alle società multinazionali occidentali.
    Il diplomatico di carriera Herbert Okun, che siede in compagnia di George Soros nel Comitato europeo di Human Rights Watch, intrattiene strette relazioni con tutta una serie d'istituti legati al dipartimento di stato, che va dall'USAID alla Commissione trilaterale finanziata da Rockefeller. Dal 1990 al 1997, Okun è stato direttore esecutivo di una organizzazione chiamata Corpo dei benevolenti dei Servizi finanziari, che faceva parte dell'USAID, "alfine di aiutare a stabilire dei sistemi finanziari dei mercati liberi nei paesi ex-comunisti".(49) George Soros é in completo accordo con i capitalisti occupati a prendere il controllo dell'economia mondiale.

    La redditività del Non-Profit

    Soros pretende che non fa filantropia nei paesi dove pratica il commercio di valute.(50) Ma Soros ha spesso ottenuto vantaggi dalle sue relazioni per realizzare degli investimenti chiave. Armati di uno studio dell'ICC e beneficiante del sostegno di Bernard Kouchner, capo dell'UNMIK (Amministrazione temporanea delle Nazioni Unite in Kosovo), Soros ha tentato di appropriarsi del complesso minerario più vantaggioso dei Balcani.

    Nel settembre 2000, nella sua fretta di impadronirsi delle miniere di Trepca prima delle elezioni in Jugoslavia, Kouchner dichiarava che l'inquinamento provocato dal complesso minerario, faceva innalzare i tassi di piombo nell'ambiente.(51) E' incredibile, sentire una cosa simile, quando si sa che l'uomo applaudì, quando i bombardamenti della Nato, nel 1999, hanno riversato l'uranio impoverito sul paese e hanno liberato più di 100.000 tonnellate di prodotti cancerogeni in aria, nell'acqua e nella terra.(52) Ma Kouchner ha finito con l'essere guadagnato alla causa e le miniere sono state chiuse per "ragioni di salute". Soros ha investito 150 milioni di dollari in uno sforzo per ottenere il controllo dell'oro, l'argento, il piombo, lo zinco e il cadmio di Trepca, che conferiscono a questa proprietà un valore di 5 miliardi di dollari.(53)

    Al momento in cui la Bulgaria cadeva nel caos del "libero mercato", Soros si accaniva a recuperare ciò che poteva dalle macerie, come la Reuters ha riportato all'inizio del 2001:

    "La Banca europea di Ricostruzione e lo Sviluppo (BERD) ha investito 3 milioni di dollari presso RILA [una società bulgara specializzato nelle tecnologie di punta], la prima società a beneficiare di un nuovo credito di 30 milioni di dollari fissati con la BERD per sostenere le aziende di high-tech in Europa centrale e dell'Est. (...) Tre altri milioni di dollari venivano dai fondi statunitensi d'investimenti privati Argus Capital Partners, sponsorizzato dalla Prudential Insurance Company of America e operante in Europa centrale e dell'Est. (...) Soros, che aveva investito qualche 3 milioni di dollari presso RILA e un altro milione nel 2001 (...) rimaneva il detentore maggioritario."(54)

    Risolvere i Problemi

    Le sue pretese alla filantropia conferiscono a Soros il potere di modellare l'opinione pubblica internazionale, quando un conflitto sociale solleva la questione di sapere chi sono le vittime e chi sono i colpevoli. In altre ONG, Human Rights Watch, i porta voce di Soros riguardo i diritti dell'uomo, evitano o ignorano la maggior parte delle lotte di classe operaie organizzate e indipendenti.

    In Colombia, i dirigenti operai sono assai frequentemente assassinati dai paramilitari operanti di concerto con il governo sponsorizzato dagli USA. Causa il fatto che questi sindacati s'oppongono all'economia neo-liberale, HRW conserva a proposito di questi assassini un relativo silenzio. In aprile, José Vivanco, di HRW, ha testimoniato in favore del Plan Colombia davanti al Senato USA(55): "I Colombiani restano privi dei diritti dell'uomo e della democrazia. Hanno bisogno d'aiuto. Human Rights Watch non vede l'inconveniente che nel fornire tale aiuto siano gli USA."(56)

    HRW mette le azioni dei combattenti della guerriglia colombiana, che lottano per liberarsi dall'oppressione del terrore di stato, della povertà e dello sfruttamento, sullo stesso piano della repressione delle forze armate finanziate dagli USA e quelle degli squadroni paramilitari della morte, gli AUC (Forze colombiane unite d'autodifesa). HRW ha riconosciuto il governo di Pastrana e i suoi militari, il cui ruolo era di proteggere i diritti della proprietà e di mantenere lo statu quo economico e politico. Secondo HRW, il 50% dei morti civili sono opera degli squadroni della morte tollerati dal governo.(57). La percentuale esatta, in effetti, è dell'80%.(58)
    HRW ha convalidato le elezioni nel loro insieme e l'avvneto al potere del governo Uribe, nel 2002. Uribe è un perfetto erede dei dittatori latino-americani che gli USA hanno sostenuto in passato, benché sia stato "eletto". HRW non ha commentato il fatto che la maggioranza degli abitanti ha boicottato le elezioni.(59)

    Nei Caraibi, Cuba è un altro oppositore al neo-liberalismo a essere demonizzato da Human Rights Watch. Nel vicino stato di Haiti, le attività finanziate da Soros hanno operato in modo di andare contro le aspirazioni popolari, che hanno fatto seguito alla fine della dittatura dei Duvalier, e hanno destabilizzato il primo dirigente haitiano, democraticamente eletto, Jean-Bertrand Aristide. Ken Roth, di HRW, ha utilmente abbandonato Aristide alle accuse USA di essere "antidemocratico". Per propagandare le sue idee sulla "democrazia", le fondazioni di Soros hanno tentato a Haiti delle operazioni complementari, assieme a quelle "inconvenienti" per gli USA, come la promozione dell'USAID di persone associate al FRAPH, i famosi squadroni della morte sponsorizzati dalla CIA e che hanno terrorizzato il paese dopo la caduta di "Baby Doc" Duvalier.(60)

    Sul sito di HRW, il direttore Roth ha criticato gli USA per non essersi opposti alla Cina con più veemenza. Le attività di Roth comprendono la creazione del Tibetan Freedom Concert, un progetto itinerante di propaganda che ha effettuato una tournée negli USA con musicisti famosi del rock, spingendo i giovani a sostenere il Tibet contro la Cina.(61) Il Tibet è un progetto prediletto della CIA da molti anni.(62)

    Recentemente, Roth ha reclamato con insistenza l'opposizione al controllo della Cina sulla sua provincia ricca, in petrolio, del Xinjiang. Con l'approccio colonialista del "dividere per conquistare", Roth tentò di convincere certi membri della minoranza religiosa degli uiguri, nello Xinjiang, che l'intervento degli USA e della Nato in Kosovo costituiva una premessa in quanto modello per loro stessi. Già nell'agosto 2002, il governo USA aveva sostenuto altri simili tentativi.

    Le intenzioni USA, a proposito di queste regioni, sono apparse chiaramente quando un articolo del New York Times sulla provincia di Xinjiang, in Cina occidentale, descriveva gli uiguri come una " maggioranza musulmana vivente nervosamente sotto il dominio cinese". "Sono ben al corrente dei bombardamenti sulla Jugoslavia della Nato, l'anno scorso, e certi li appoggiano per avere liberato i musulmani del Kosovo; immaginano di potersi liberare nello stesso modo qui".(63) Il New York Times Magazine, da parte sua, notava che "recenti scoperte di petrolio hanno reso il Xinjiang particolarmente attraente agli occhi del commercio internazionale" e, allo stesso tempo, comparava le condizioni della popolazione indigena a quella del Tibet.(64)

    Gli errori di calcolo

    Quando le organizzazioni sorosiane fanno i conti, sembrano perdere ogni nozione di verità. Human Rights Watch affermava che 500 persone, e non 2.000, erano state uccise dai bombardieri della Nato durante la guerra in Jugoslavia, nel 1999.(65) Pretendono che 350 persone solamente, e non 4.000, erano morte negli attacchi USA in Afghanistan.(66) Quando gli USA bombardarono Panama nel 1989, HRW affermò nel suo rapporto che "l'arresto di Manuel Noriega (...) e l'installazione del governo democraticamente eletto del presidente Guillermo Endara portava grandi speranze in Panama(...)". Il rapporto ometteva di menzionare il numero delle vittime.

    Human Rights Watch ha preparato il terreno per l'attacco della Nato contro la Bosnia, nel 1993, con false accuse di "genocidio" e stupri di massa.>>(67) Tale tattica consisteva nel suscitare una isteria politica, necessaria affinché gli USA potessero condurre una loro politica nei Balcani. È stata riusata nel 1999 quando HRW operò come truppa d'assalto nell'indottrinamento per l'attacco Nato alla Jugoslavia. Tutto il bla-bla di Soros a proposito del regno della legge è stata dimenticata in un colpo. Gli USA e la Nato hanno imposto le proprie leggi e le istituzioni di Soros le hanno sostenute.

    Il fatto di trafficare nelle cifre, alfine di generare una reazione, è stata una componente importante della campagna del Consiglio delle relazioni estere (CFR) dopo l'11 settembre 2001. Questa volta si trattava di 2.801 persone uccise nel World Trade Center. Il CFR si riunì il 6 novembre 2001 alfine di pianificare una "grande campagna diplomatica pubblica". Il CFR creò una "Cellula di crisi indipendente sulla risposta degli USA al terrorismo". Soros si univa a Richard C. Holbrooke, Newton L. Gingrich, John M. Shalikashvili (ex presidente dei capi di stato maggiore riuniti) e altri individui influenti, in una campagna mirante a fare delle WTC strumenti della politica estera USA. Il rapporto del CFR si mette in opera per facilitare una guerra contro il terrorismo. Si possono ritrovare le impronte di George Soros dappertutto, in questa campagna: "bisogna che gli alti funzionari USA spingano amichevolmente gli Arabi amici e altri governi musulmani, non solo a condannare pubblicamente gli attentati dell'11 settembre, ma ugualmente di sostenere le ragioni e gli obiettivi della campagna antiterrorista USA.
    Noi dobbiamo convincere i popoli del Medio oriente e dell'Asia del Sud, della legittimità della nostra causa, se i loro governi restano silenziosi. Dobbiamo aiutarli a evitare i ritorni di fiamma che possono emanare tali dichiarazioni, ma dobbiamo convincerli d'esprimersi con voce viva. (...) Incoraggiate i musulmani bosniaci, albanesi e turchi a rivolgersi verso un pubblico estero per far rilevare il ruolo degli USA nel salvataggio dei musulmani di Bosnia e del Kosovo nel 1995-1999, affinché i nostri legami con i musulmani nel mondo intero siano più stretti e di lunga durata. Impegnate gli intellettuali e i giornalisti del paese a prendere la parola e a puntualizzare il proprio punto di vista. Informate regolarmente la stampa regionale in tempo reale per incoraggiare delle risposte rapide. (...) Insistete sulla necessità di fare riferimento alle vittime (e citate queste ultime per nome alfine di meglio personalizzarle) ogni volta che discutiamo dei nostri motivi e dei nostri obiettivi."(68)
    In Breve, le deficienze sorosiane nei calcoli servono a vantare e a difendere la politica estera USA.

    Soros è assai infastidito per il declino del sistema capitalista mondiale e vuole fare qualche cosa a tale proposito, e ora. Recentemente, ha dichiarato: "posso già discernere i preparativi della crisi finale. (...) Dei movimenti politici indigeni sono suscettibili di ritenersi capaci di espropriare le società multinazionali e di riprendere possesso delle ricchezze 'nazionali'."(69)

    Soros suggerisce seriamente al mondo un piano per sostenere l'ONU. Propone che le "democrazie del mondo dovrebbero prendere le redini e costituire una rete mondiale di alleanze che potrebbero lavorare con o senza l'ONU".
    Se l'uomo era psicotico, si potrebbe pensare che fosse in crisi, in quel momento preciso. Ma il fatto è che l'affermazione di Soros: "L'ONU è costituzionalmente incapace di compiere le promesse contenute nel preambolo della loro Carta" riflette il pensiero delle istituzioni reazionarie del tipo American Enterprise Institute.(70) Benché le menti conservatrici facciano riferimento alla rete di Soros come se fosse di sinistra, sulla questione dell'affiliazione degli USA all'ONU, Soros é esattamente sulla stessa lunghezza d'onda di gente come John R. Bolton, sottosegretario di stato per il Controllo delle Armi e gli Affari per la Sicurezza internazionale, così come, "molti repubblicani del Congresso, credevano che non si dovesse accordare alcun credito al sistema dell'ONU0".(71) La destra condusse una campagna decennale contro l'ONU. Oggi, é Soros che l'orchestra. Su diversi siti web di Soros, si possono leggere delle critiche all'ONU che affermano che sia troppo ricca, che non desidera condividere la sua informazione, o che è così indebolita che non può fa girare il mondo nel modo appropriato, appropriato almeno secondo George Soros.

    Gli stessi articolisti di The Nation, con la reputazione di saperla assai lunga, sono stati influenzati dalle idee di Soros. William Greider, per esempio, ha recentemente scoperto alcune pertinenze nella critica di Soros sull'ONU, affermando che non dovrebbe "accogliere dittatori da paccottiglia e totalitari ne trattarli da eguali".(72) Questo tipo di razzismo eurocentrico costituisce il nucleo dell'orgoglio smisurato di Soros. Quando afferma che gli USA possono e dovranno dirigere il mondo, è un sostenitore del fascismo mondiale. Da troppo tempo, i " progressisti" occidentali hanno dato carta bianca a Soros. È probabile che Greider e gli altri trovino che l'allusione al fascismo sia eccessivo, ingiustificato e anche insultante.

    Ma ascoltate, piuttosto, con orecchio attento, ciò che lo stesso Soros dice: "Nell'antica Roma, solo i Romani votavano. Sotto il capitalismo mondiale moderno, solo gli statunitensi votano. I Brasiliani, no. "(73)
    www.resistenze.org/sito/os/mp/osmp4d11.htm


    Manifestazioni “spontanee” di giovani che sciamano nelle strade con tale forza da costringere alla fuga un presidente in carica da anni... Di quale paese stiamo parlando: Georgia, Serbia, Myanmar [1], Ucraina, Polonia, Cecoslovacchia, Iran, Ungheria...? Stavolta tocca alla Tunisia. Tutte queste “rivolte” seguono lo stesso canovaccio. La rivolta tunisina viene già definita “rivoluzione colorata” dai media e dai sapientoni della politica e le è stato perfino assegnato un nome: “Rivoluzione dei Gelsomini” [2], come le abortite rivoluzioni “Verde” e “Zafferano” e come le rivoluzioni “di Velluto”, “delle Rose”, “Arancione”, “dei Tulipani”, ecc., che hanno invece avuto successo.



    Queste “rivoluzioni colorate” hanno uno schema comune perché sono tutte progettate dagli stessi strateghi; e cioè dalla rete Open Society dello speculatore George Soros, che fa le veci di un moderno Jacob Schiff [3] nel finanziare rivoluzioni; e dalla National Endowment for Democracy, quest’ultima una fondazione post-trotzkista, finanziata dal Congresso, una specie di “Comintern” che promuove “rivoluzioni democratiche nel mondo” al servizio della plutocrazia e sotto la maschera della libertà.



    Ecco alcuni scenari tipici delle “rivoluzioni colorate”. Confrontateli con i caratteri della “Rivoluzione dei Gelsomini” e con i finanziamenti forniti dalla National Endowment for Democracy agli “attivisti tunisini”, come vengono descritti più avanti:



    “[l’Open Society Institute di Soros]... inviò in Serbia un attivista trentunenne di Tbilisi di nome Giga Bokeria per incontrarsi con membri del movimento Otpor (Resistenza) e imparare da loro in che modo avessero sfruttato le manifestazioni di piazza per rovesciare il dittatore Slobodan Milosevic. Poi, durante l’estate, la fondazione di Soros pagò agli attivisti dell’Otpor un viaggio in Georgia, dove costoro tennero corsi della durata di tre giorni ciascuno per insegnare a più di 1.000 studenti come mettere in scena una rivoluzione pacifica. [4]



    Nel commentare la “Rivoluzione di Velluto” che aveva appena colpito la Georgia, MacKinnon descrisse le operazioni che erano state poste in atto e che seguivano lo stessa schema visto in altre nazioni prese di mira da Soros [5]:



    Il Liberty Institute che Bokeria aveva contribuito a fondare divenne uno strumento per organizzare le proteste di piazza che alla fine costrinsero Shevardnadze a rassegnare le dimissioni. Bokeria afferma che fu a Belgrado che egli comprese l’importanza dell’acquisire e mantenere una posizione di superiorità morale e fu lì che imparò a sfruttare la pressione dell’opinione pubblica; tattiche che si sono rivelate molto persuasive anche nelle strade di Tbilisi, dopo le elezioni parlamentari truccate di questo mese.


    A Tbilisi, il legame con l’Otpor è visto come soltanto uno di molti esempi del considerevole appoggio fornito da Soros al movimento anti-Shevardnadze: egli ha contribuito anche a fondare un’emittente televisiva di opposizione popolare che è stata di cruciale importanza per mobilitare i sostenitori della “Rivoluzione di Velluto” di questa settimana; inoltre ha fornito supporto finanziario ai gruppi giovanili che hanno guidato le proteste di piazza [6].



    La NED e Soros lavorano in tandem, prendendo di mira gli stessi regimi ed utilizzando gli stessi metodi. Il presidente della NED, Carl Gershman, scrivendo delle centinaia di ONG che lavorano per i “cambi di regime” nel mondo, dedica un tributo particolare alla Fondazione Ford e “alle fondazioni istituite dal filantropo George Soros” [7].




    Seguire il denaro

    Come recita il noto adagio, se volete capire chi è a capo di qualcosa, seguite la traccia del denaro. Osservando i finanziamenti erogati dalla NED nel 2009 (ultimi dati disponibili) troviamo quanto segue:



    Al-Jahedh Forum for Free Thought (AJFFT) $131,000

    Per rafforzare le capacità dei giovani attivisti tunisini e costruire una cultura della democrazia. L’AJFFT promuove incontri di discussione su problemi contemporanei legati all’Islam e alla democrazia, dibattiti tra studiosi arabi su problemi sociali, conferenze sull’Islam, sulle politiche economiche e sulle relazioni internazionali e incontri di presentazione editoriale. L’AJFFT organizza tirocini di formazione alla leadership, sostiene progetti culturali della gioventù locale...” [8]



    Lo scopo è fin troppo chiaro: creare una schiera di giovani attivisti attraverso i “tirocini di formazione alla leadership”. Ancora una volta, si tratta esattamente della stessa strategia utilizzata dalla NED e da Soros in altre nazioni infettate dalle “rivoluzioni colorate”. Esattamente la stessa.



    Associazione per la Promozione dell’Educazione (APES) $27,000

    Per rafforzare la capacità degli insegnanti tunisini delle scuole superiori di promuovere valori democratici e civili all’interno delle loro classi. L’APES organizzerà tirocini di formazione degli insegnanti per 10 professori universitari e ispettori scolastici e terrà tre seminari di rafforzamento delle capacità, della durata di due giorni, per 120 insegnanti di scuole superiori, riguardanti gli approcci pedagogici per la diffusione dei valori civili e democratici. Attraverso tale progetto, l’APES intende introdurre nel sistema educativo secondario della Tunisia i valori della tolleranza, del relativismo e del pluralismo. [9]



    Il programma sembra avere lo scopo di diffondere la base dottrinaria per la rivoluzione; i “valori democratici e civili” sono presumibilmente quelli della post-sinistra propagandati da Soros e dalla NED, cioè valori che generalmente vanno contro le tradizioni delle società in cui operano Soros e la NED.



    Mohamed Ali Center for Research, Studies and Training (CEMAREF) $33,500

    Per addestrare un gruppo scelto di giovani attivisti tunisini alla leadership e alle abilità organizzative e per incoraggiare il loro coinvolgimento nella vita pubblica. Il CEMAREF organizzerà un corso intensivo di addestramento alla leadership e all’acquisizione di capacità organizzative della durata di quattro giorni per 10 giovani attivisti civili tunisini; addestrerà inoltre 50 attivisti, di sesso maschile e femminile e di età compresa tra i 20 e i 40 anni, alla leadership e al potenziamento decisionale; e lavorerà con gli attivisti addestrati eseguendo 50 visite pratiche alle loro rispettive organizzazioni [10].



    In questo caso, la terminologia non ricorre neppure agli eufemismi: “Addestrare un gruppo scelto di giovani attivisti tunisini...”. Non è forse lecito sospettare che l’intenzione sia quella di costituire una giovane élite rivoluzionaria finalizzata al “cambio di regime”, seguendo esattamente lo stesso schema utilizzato per orchestrare le “rivoluzioni colorate” nei paesi ex sovietici e altrove?


    Visto l’acuto interesse manifestato dalla NED verso la Tunisia, è ingenuo pensare che la “Rivoluzione dei Gelsomini” sia una semplice “manifestazione spontanea di rabbia popolare” e che non sia stata pianificata con largo anticipo, attendendo l’evento che facesse da catalizzatore.


    Le organizzazioni appena citate ed altre, hanno ricevuto dalla NED i finanziamenti indicati di seguito insieme agli anni di riferimento:


    2006: Al-Jahedh Forum for Free Thought (AJFFT), $51,000; American Center for International Labor Solidarity, $99,026, il cui scopo è quello di coltivare relazioni con il giornalismo tunisino; Arab Institute for Human Rights (AIHR) $37,500, per addestrare un gruppo scelto di insegnanti sul tema dei “valori civici”;” Committee for the Respect of Freedom and Human Rights in Tunisia (CRLDH) $70,000, per richiedere l’amnistia di prigionieri politici; e



    Mohamed Ali Center for Research, Studies and Training (CEMAREF) $39,500

    Per addestrare 50 attivisti, di sesso maschile e femminile e di età compresa tra i 20 e i 40 anni, alla leadership. L’organizzazione terrà cinque seminari della durata di quattro giorni ciascuno, ognuno destinato a dieci attivisti, sulle tecniche della leadership, inclusi decision making, time management, risoluzione dei conflitti, problem solving e comunicazione. Il CEMAREF seguirà l’addestramento con visite in loco ai gruppi d’appartenenza degli allievi allo scopo di valutare i risultati. [11]



    2007: L’AJFFT ha ricevuto 45,000$. L’Arab Institute for Human Rights ha ricevuto 43,900$ per addestrare insegnanti a diffondere l’ideologia dei cosiddetti “valori civici”, focalizzandosi sulle scuole primarie e sottoponendo all’addestramento anche gli ispettori scolastici. Il Center for International Private Enterprise (CIPE) ha ricevuto 175, 818$ per inculcare la dottrina della libera impresa tra gli uomini d’affari tunisini, il che rivela a cosa stia realmente mirando la NED con la sua promozione di “democrazia e valori civici”: la globalizzazione. Il summenzionato Mohamed Ali Center for Research, Studies, and Training ha ricevuto 38,500$ nel 2007. Inoltre, nello stesso anno:




    Moroccan Organization for Human Rights (OMDH) $60,000

    Per motivare un gruppo di giovani avvocati tunisini a mobilitare i cittadini sul tema delle riforme. OMDH provvederà ad addestrare un gruppo di 20 avvocati tunisini alla mobilitazione civica e fornirà loro supervisione ed assistenza per implementare i loro progetti di mobilitazione.[12]



    2008: L’Al-Jahedh Forum for Free Thought ha ricevuto 57,000$; il Center for International Private Enterprise, 163,205$; il Centre Mohamed Ali de Reserches d’Etudes et de Formation, 37,800$; il Tunisian Arab Civitas Institute, 43,000$, con la finalità di formare insegnanti sulle ideologie dei “valori civici” care alla NED. [13]



    C’è bisogno di essere più espliciti? La NED ha sostenuto in Tunisia, come in altre zone del mondo, gruppi rivoluzionari composti da giovani e da professionisti allo scopo di rovesciare un regime visto come un’anomalia nel contesto del “new world order”. Per quanto i regimi presi di mira possano spesso essere deprecabili, la retorica della “democrazia”, dei “valori civici” e della “società aperta” propagata dalla NED, da Soros e dalla miriade di funzionari e istituzioni sparsi per il mondo, è nient’altro che una truffa propagandistica, progettata, come sempre accade in queste circostanze, per distogliere l’attenzione dalle reali cause e finalità delle “sollevazioni spontanee”. I commentatori stanno già sottolineando l’impeto della “rivolta spontanea” ad opera delle “organizzazioni della società civile”, il che è un eufemismo per riferirsi alle organizzazioni sponsorizzate dalla NED e da Soros: “...In tal modo, un’ampia coalizione di organizzazioni della società civile ha riunito insieme le rivendicazioni occupazionali con esigenze che concernono la questione della legalità e quella dei diritti umani...”. [14]



    Le “rivoluzioni colorate” devono molto al patrocinio offerto alle reti di comunicazione anti-regime, con finanziamenti diretti a stazioni radio e televisive, come nell’esempio relativo alla Georgia menzionato più sopra. Nel caso della Tunisia, questo compito sembra essere stato assegnato a Radio Kalima. Se ne è occupata l’organizzazione “International Media Support” che, dopo i raid della polizia del gennaio 2009, ha iniziato ad operare al di fuori della Tunisia. Per citare le parole del direttore della radio, Sihem Bensedrine:


    “I finanziamenti offerti da International Media Support e dall’Open Society Institute ci hanno consentito di pagare i nostri giornalisti e di mantenere un gruppo di lavoro stabile. Questo rende la nostra radio più forte e più efficiente”. [15]




    La manipolazione del dissenso

    Lo sfruttamento delle masse per avallare interessi finanziari non è certo un fenomeno nuovo. Esempi noti di “rivoluzioni borghesi” organizzate in nome degli umili sono quelli della rivoluzione inglese di Cromwell e della Rivoluzione Francese. Oswald Spengler fa risalire il fenomeno all’antica Roma:


    “Le idee del Liberalismo e del Socialismo vengono poste concretamente in atto solo tramite il denaro. Fu il ricco partito degli equites a rendere possibile il movimento popolare di Tiberio Gracco; e non appena la parte di riforma ad essi vantaggiosa fu trasformata in legge con successo, essi si ritirarono e il movimento si disgregò”. [16]


    La “Nuova Sinistra” ha perseguito gli stessi scopi nel corso degli anni ’60 e ’70, adottando strategie simili a quelle delle odierne “rivoluzioni colorate” e degli altri progetti sponsorizzati da Soros, dalla NED, ecc. Questi “ribelli” che si opponevano all’”Establishment”, tra i quali si annoverano femministe come Gloria Steinem [17] e guru psichedelici come Timothy Leary [18], erano in realtà leccapiedi della CIA, sostenuti fin dall’inizio dai ricchi padroni. Gli studenti radicali che protestavano negli anni ’60 erano manipolati da interessi simili a quelli che oggi sponsorizzano i “manifestanti” delle “rivoluzioni colorate”; si va dalla National Student Association americana, finanziata dalla CIA [19], fino alla Students for a Restructured University, finanziata dalla fondazione Ford e affiliata alla SDS (Students for a Democratic Society) [20]. Se l’ “Establishment” ha in realtà finanziato, decenni or sono, i suoi presunti nemici giurati come parte di un programma di manipolazione dialettica – e le fonti non sono difficili da controllare – non c’è da sorprendersi che anche al giorno d’oggi sia in atto una manipolazione globale, fondata su idee similari, diretta a soggetti similari e mossa da similari interessi.




    National Endowment for Democracy

    La National Endowment for Democracy è stata fondata nel 1983 su interessamento dell’attivista post-trotzkista Tom Kahn e opera sotto il patrocinio del Congresso e della grande finanza americana allo scopo di promuovere quella “rivoluzione globale” che era negli ideali di Trotzky e del presidente americano Woodrow Wilson, suo contemporaneo. La NED persegue un programma di “iniziative democratiche” (sic) ed opera in Polonia (attraverso il sindacato Solidarność), in Cile, in Nicaragua, in Europa Orientale (per agevolare la transizione alla democrazia dopo il crollo del blocco ex sovietico), in Sudafrica, in Birmania, in Cina, in Tibet, in Corea del Nord e nei Balcani. “Gli sconvolgimenti elettorali avvenuti in Serbia dell’autunno 2000” furono ottenuti attraverso il finanziamento di “una quantità di gruppi civici”. “Più di recente, dopo l’11/9 e dopo l’adozione da parte del consiglio direttivo della NED del suo terzo documento strategico, finanziamenti speciali sono stati offerti ai paesi a maggioranza musulmana in Medio Oriente, Africa e Asia”. [21]


    Almeno 10 dei ventidue direttori della NED sono anche membri del Council on Foreign Relations, il noto think tank plutocratico, e tra di essi vi sono alcuni direttori dei programmi del CFR [22]. Ad esempio Carl Gershman, fondatore e presidente della NED, viene annoverato come membro del Comitato Programmi di Washington nell’esecutivo del CFR.[23] Tra i membri del CFR che fanno anche parte della dirigenza della NED possiamo citare: Nadia Diuk, Vice Presidente, Programmi: Africa, Europa Centrale ed Eurasia, America Latina e Caraibi; e Louisa Greve, Vice Presidente, Programmi: Asia, Medio Oriente & Nord Africa, nonché membro temporaneo del progetto del CFR sulla sicurezza nazionale USA “Nuove Minacce in un Mondo in Trasformazione”.[24]




    La risposta statunitense

    Sebbene alcuni entusiasti sostenitori della “società aperta” abbiano lamentato l’apparente ritrosia degli Stati Uniti nel criticare l’ex presidente tunisino, Ben Ali, ciò che si recita – o non si recita – sul palcoscenico globale è in genere un riflesso assai pallido degli eventi che si svolgono dietro le quinte. L’establishment statunitense non ha certo mostrato alcuna simpatia per Ben Ali nel momento cruciale.


    Il “Progetto per la Democrazia in Medio Oriente”, un altro think tank che si dedica a indicare alle nazioni come debbano governare se stesse “alla maniera americana”, riporta una reazione degli ambienti ufficiali USA per bocca di Michael Posner, assistente segretario di Stato nel Dipartimento per la Democrazia, i Diritti Umani e il Lavoro; costui, rispondendo a un inviato del giornale egiziano AlMasry AlYoum:



    “...ha parlato delle violenze in Egitto e in Tunisia e di come gli Stati Uniti dovrebbero concretamente rapportarsi con quei governi che definiscono “interferenze” le critiche provenienti dall’estero... Gli Stati Uniti, egli ha affermato, perseguono con i paesi come Egitto e Tunisia una politica su più livelli, allo scopo di relazionarsi in modo efficace con i loro governi e allo stesso tempo sostenere gli esponenti della società civile in questi paesi. [Elliott] Abrams ha invece dichiarato che gli Stati Uniti dovrebbero avere con paesi come l’Egitto e la Tunisia una politica su un unico livello, che preveda conseguenze molto gravi per quei capi di Stato che ignorano gli appelli alle riforme e al rispetto dei diritti umani. Se si continuano a perseguire le attuali linee politiche, quei governi penseranno di potere “farla franca” e continueranno a vanificare gli sforzi di riforma e a reprimere il dissenso”. [25]



    Elliott Abrams, citato più sopra, è noto per essere stato uno dei globalisti neocon dell’amministrazione di George W Bush, consigliere di sicurezza nazionale per il Medio Oriente ed entusiasta sostenitore dei “cambi di regime” attuati con l’uso di bombe e milizie americane, laddove la manipolazione delle folle non avesse funzionato. Oggi è membro anziano per gli Studi sul Medio Oriente nel Council on Foreign Relations e, com’era lecito aspettarsi, Abrams è entusiasta degli idealistici eventi verificatisi in Tunisia [26], vista la prospettiva che un nuovo stato-cliente degli USA emerga dalle idealistiche azioni dei soliti “utili idioti”. Mentre l’inerme Ben Ali era in procinto di cadere, Hillary Clinton ha spiegato al Medio Oriente che Washington “non avrebbe assunto posizioni”, ma poi si è prontamente esibita in una predica rivolta agli stati arabi su ciò che l’America si aspetta da loro. The Christian Science Monitor ha osservato che Ben Ali è fuggito il giorno seguente. Al “non assumere posizioni”, ha immediatamente fatto seguito una dichiarazione della Clinton – altro membro progettista del CFR – secondo la quale il presidente Obama salutava “il coraggio e la dignità del popolo tunisino”, aggiungendo che gli Stati Uniti si univano al resto del mondo “nella testimonianza di questa lotta coraggiosa e determinata...”. Il resoconto diceva esplicitamente che la Clinton stava “mandando un avvertimento” (sic) ai leader mediorientali affinché meditassero sulla rivolta tunisina, per evitare di subire la stessa sorte. “Le parole pronunciate dalla Clinton giovedì scorso fanno eco ad opinioni ben più severe espresse dietro le quinte da funzionari statunitensi...”.



    “Coloro che si aggrappano allo status quo, possono riuscire ad evitare il pieno impatto con i problemi dei loro paesi per qualche tempo, ma non in eterno”, ha dichiarato la Clinton. Queste parole si sono rivelate profetiche per la Tunisia di Ben Ali, ma sono anche state interpretate da molti esperti della regione come riferibili allo stesso presidente egiziano Hosni Mubarak, antico alleato degli USA, ma ormai ottuagenario e al potere da quasi 30 anni”. [27]



    Può sembrare un paradosso che le stesse persone che denunciano le invasioni americane di nazioni come la Serbia e l’Iraq per imporre “cambi di regime” con la forza delle armi, siano invece entusiaste dei “cambi di regime”, attuati nell’interesse dell’egemonia globale americana, quando essi sono condotti da giovani e da professionisti manipolati per ottenere gli stessi risultati attraverso la “protesta spontanea” (sic). Le “rivoluzioni colorate” sono tanto fasulle quanto le loro antenate gestite dalla “Nuova Sinistra”. Naturalmente la desiderabilità di questi cambi di regime dipende dal punto di vista. Sul lungo periodo, potrebbe anche accadere che nel nome della “democrazia”, così come era avvenuto per lo slogan “Liberté, Égalité, Fraternité” della Rivoluzione Francese, per “Tutto il potere ai Soviet” della Rivoluzione Bolscevica e per “Tutti gli animali sono uguali...”, si stia in realtà compiendo un passo ulteriore verso una tirannia molto più feroce di quella che si desiderava rovesciare.

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  2. juliya
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    IMPERIALISMO-CHIC: GLI AGENTI IMPERIALI
    DEL NUOVO MILLENNIO SONO LIBERAL,
    DEMOCRATICI ED ECOSOLIDALI

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    tre volti “garbati” dell’imperialismo:
    Per imperialismo si intende la tendenza di uno Stato a proiettare aggressivamente verso l’esterno i propri interessi economici, le proprie esigenze di difesa, la propria immagine nazionale e la propria cultura. L’imperialismo affonda le sue radici in una mescolanza di politiche di potenza, di politiche di sfruttamento volte all’assoggettamento di interi popoli e territori. Naturalmente, il percorso di affermazione di una politica imperiale è cambiata per forza di cose nel corso della storia; se nel passato a fomentare queste mire erano forze conservatrici e nazionaliste, oggi tutto ciò non accade più, o meglio, non in questi termini. Questo genere di politiche non sarebbero più accettate come “normali” dalle popolazioni, per questo, le élite che si muovono dietro le politiche imperiali del nuovo millennio, hanno bisogno di mascherarsi, di nascondersi dietro una facciata “progressista e democratica”, per virare l’attenzione dalle loro vere finalità e intenzioni.

    1) Bombe “liberal” per guerre “democratiche”

    NewRepublicObama2.jpgL’aggressione alla Libia, da parte delle potenze occidentali, è solo l’ultimo esempio di imperialismo “new age”. Proprio con l’esempio libico è possibile dimostrare come le forze politiche e d’opinione, cosiddette liberal, abbiano giocato un ruolo chiave nell’avvio delle ostilità. Poco prima dell’intervento ufficiale in Libia, e cioè il 19 marzo 2011, negli Stati Uniti, ambienti vicino alla “sinistra” e all’editoria liberal erano fortemente contrari all’atteggiamento “attendista” di Obama. Il “Washington Post”, il 16 marzo, imputava ad Obama una mancanza di strategia per un intervento militare in Libia, ancora preso poco in considerazione. Una delle più importanti riviste online statunitensi, “Slate”, attaccava invece Obama definendolo uno “svizzero”, con il suo atteggiamento neutrale nei confronti “delle rivoluzioni democratiche”, e sentenziava: “manca di coraggio e principi, la sua risposta alla crisi libica è patetica e vergognosamente inadeguata”. La rivista “New Republic”, invece, definì “una disgrazia” la politica attendista di Obama oltre che “stupida, triste e indecente”. [1]

    Naturalmente, nella nostra Italia le cose non vanno diversamente, infatti, ad esaltarsi per l’intervento libico sono stati maggiormente gli ambienti vicini alla “sinistra” nostrana. Concita De Gregorio, bastione del giornalismo vampe & chic italiano, il 18 marzo in un suo articolo farà eco alle parole del cariatideo Napolitano: “ci aspettano decisioni difficili, ha detto ieri il presidente Napolitano che sa bene di cosa parla, a differenza della stragrande maggioranza degli italiani di guerre il presidente ne ha già vissuta una(?), e aggiunge: “prepariamoci a discutere di nuovo di guerra giusta, speriamo prima di sentirne il sibilo. Non si possono lasciare soli gli eroi del “nuovo risorgimento del mondo arabo”, per usare le parole di Napolitano, certo che no!” [2]

    A livello politico, a parte le iniziali titubanze e ritrosie del governo, tutti sono stati contenti e felici di votare l’intervento, anche se la stessa linea interventista non sarebbe passata se non avesse avuto l’appoggio entusiastico del PD, visto che la Lega, non partecipando al voto, si è di fatto dissociata dalla decisione dell'esecutivo. Anche altri leader politici della “sinistra” italiana hanno appoggiato entusiasticamente l’intervento, come Nichi Vendola, che esalta l’iniziativa della Nato per i suoi scopi salvifici per la popolazione libica: "Dobbiamo lavorare per impedire il massacro dei civili in Libia ed impedire che Gheddafi completi la sua macelleria”. [3]

    Questo è solo un esempio di come le forze cosiddette progressiste partecipino attivamente e non alle attività guerrafondaie di stampo imperiale, facendo semplice e becera retorica, manipolando l’opinione pubblica distorcendo quella che è la vera realtà dei fatti.

    2) Ambientalismo choc per consorterie chic

    Un fenomeno che negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede, sia a livello politico che sociale, è quello dell’ambientalismo. Le idee cardine di questo movimento sono il riscaldamento globale, l’inquinamento, la difesa degli ecosistemi ecc. Uno dei “padrini” del movimento ambientalista è senz’altro il Premio Nobel per la pace Al Gore, che da anni collabora con organizzazioni che si occupano della salvaguardia dell’ambiente. Ma per capire veramente le sue finalità bisogna ripercorre a ritroso tutta la storia politica dell’ex vicepresidente USA.

    2004-al-gore.JPEGGore inizia la sua carriera politica negli anni ’70, e proprio in questi anni collabora sporadicamente con l’Fbi, in operazione atte a “screditare e rovinare” alcuni politici di colore nella cosiddetta “Operation Fruehmenschen”(operazione “uomo primitivo”). A causa di questa operazione Gore fu largamente condannato dalla comunità afroamericana per i suoi “comportamenti” e venne anche accusato di razzismo. Tutta la carriera politica di Al è stata finanziata da ambienti vicini al “Middleburry College”, dove si effettuano studi all’avanguardia sull’ambiente e sul “controllo demografico”. Negli anni in cui fu presidente della Commissione USA-Sud Africa sull’AIDS, si adoperò in prima persona ad impedire il trattamento dei malati di AIDS con medicinali generici, minacciando rappresaglie economiche contro il Sud Africa; per questo fu accusato dagli attivisti contro l’AIDS di essersi schierato con i monopoli farmaceutici avallando di fatto un genocidio contro l’Africa Nera. Dalla fine degli anni ’80 promuove l’embargo della tecnologia moderna verso il Terzo Mondo, con il pretesto che si tratti di “tecnologia duale”, ovvero utilizzabile sia per scopi civili che militari. In queste tecnologie duali rientrano persino i mezzi di trasporto pesanti e i composti chimici primari per la produzione di fertilizzanti.[4]

    Recentemente, durante una delle sue conferenze sull’ambiente, per sensibilizzare l’opinione pubblica sul riscaldamento globale, Gore ha affermato che il cambiamento climatico possa essere fermato solo “stabilizzando la popolazione”, rendendo “indispensabile passare a una vera e propria amministrazione della fertilità tra i poveri per ridurre la popolazione mondiale”.[5] Quindi, secondo questa visione “neomalthusiana”, sarebbe meglio accoppare qualche centinaio di bambini, magari “neri e africani”, per salvare la vita di un albero secolare o di un “picchio torcicollo himalayano”(che rischia l’estinzione eh!).

    Naturalmente, l’aitante Al non è il solo a supportare queste tesi; a finanziare ed “oliare” altri movimenti ambientalisti che hanno le stesse finalità ci sono: Bill e Melinda Gates, Ted Turner, il principe Carlo d’Inghilterra, Filippo d’Edimburgo ed altri importanti uomini facoltosi, tutti accomunabili alla stessa consorteria chic ed élitaria. Quindi, facendo un piccolo sforzo mentale, le presunte politiche ambientaliste che Gore e soci propugnano da anni, altro non sono che un attacco alle popolazioni del Terzo Mondo, soprattutto quelle africane, in quanto tendono a privarle di ogni opportunità di “autonomo” sviluppo industriale, da cui dipende la possibilità per queste popolazioni di sottrarsi al genocidio imperialista occidentale, impostole da decenni tramite il sottosviluppo forzato.

    3) Colori “democratici” per rivoluzioni “vivaci”

    Il “rapporto” del 2009 sullo stato della democrazia nel nostro Paese eseguitotravaglio-15583311.jpg dall’organizzazione non governativa statunitense Freedom House, “che si pone come obiettivo la promozione della libertà nel mondo”, è impietoso. Infatti, l’Italia, viene declassata da paese libero(free) a parzialmente libero(partly free), unico caso nell’Europa Occidentale, piazzandosi nella classifica generale al settantatreesimo posto, dopo Benin e Israele.[6] Proprio su questi dati, il 5 maggio 2010, Marco Travaglio e Antonio Padellaro(vicedirettore e direttore del Fatto Quotidiano), si sono confrontati in un incontro organizzato dal Popolo Viola alla prestigiosa “London school of Economics” di Londra sullo “stato della libertà di informazione in Italia”.

    “Sento sempre un po’ di imbarazzo nel parlare di Italia al di fuori dell’Italia perché non ho molte buone notizie; gli italiani che vivono fuori dal nostro stato hanno il privilegio di poter vedere e capire l’anomalia della situazione italiana”; con queste parole Marco Travaglio esordisce esponendo alla platea lo stato dell’informazione nel nostro paese, monopolizzato dallo “spaventoso” conflitto di interessi del premier Silvio Berlusconi.[7] L’incontro alla London School of Economics(LSE) era soltanto il culmine di una protesta che era divampata accesamente già nel corso del 2009; infatti, poco meno di un anno prima, uno dei più grandi finanziatori della LSE, George Soros,[8] aveva deciso di “scendere in campo” in Italia, per salvaguardare il nostro paese dalle picconate alla democrazia inferte da Silvio Berlusconi. [9]

    soros.jpgGeorge Soros dice di sé: “sono un uomo di Stato senza Stato. Nel realismo della geopolitica, ormai gli Stati sono fatti solo di interessi e non di principi. Io allora sono un capo con solo i principi e senza interessi”.[10] Il “filantropo” Soros nacque in Ungheria nel 1930 ed emigrò in Inghilterra nel 1947 dove si laureò alla sopracitata London School of Economics. Nel 1956 parte alla volta degli Usa con l’obiettivo di guadagnare abbastanza denaro a Wall Street per potersi mantenere come scrittore e filosofo. Fondatore del Soros Fund Management, nel 1970 fu uno dei co-fondatori del Quantum Fund, con il quale nel 1992 vendendo allo scoperto più 10 miliardi di dollari in sterline, riuscì ad innescare una crisi che portò alla svalutazione della sterlina e alla sua fuoriuscita dallo SME(sistema monetario europeo). Da lì a poco, con un giochetto simile, Soros fece toccare la stessa sorte anche alla Lira italiana. Da quel processo Soros guadagnò una cifra stimata in oltre un miliardo di dollari.[11] Parallelamente alle attività speculative, dagli anni ’70 Soros inizia l’attività di filantropo tramite la sua Open society Institute, per promuovere la democrazia, i diritti, l’istruzione e combattere la povertà nel mondo. Egli è considerato la mente attiva delle cosiddette rivoluzioni “non-violente”, che da almeno trentacinque anni destabilizzano e condizionano la vita politica dei Paesi dell’Est Europa e dell’Asia, avendo finanziato per anni organizzazioni come Radio Free Europe, Charta 77 in Cecoslovacchia e Solidarnosc in Polonia.[12] Il suo obiettivo di contribuire ad un processo di democratizzazione e soprattutto ad un “processo di liberalizzazione economica delle zone dell’ex Unione Sovietica”[13] lo ha portato a finanziare quelle che sono passate alla storia come rivoluzioni colorate; alcuni esempi sono: Georgia (2003, rivoluzione delle rose), Ucraina (2004, rivoluzione arancione), Kirghizistan (2005, rivoluzione dei tulipani), alla cui ondata “emotiva” si affiancarono altri tentativi golpisti, quasi subito rientrati e falliti, in Bielorussia (2006, rivoluzione dei jeans), in Azerbaigian (2005, rivoluzione arancione-verde), in Libano (2005, rivoluzione dei cedri), e in Iran (2009, rivoluzione verde). Ognuno di questi movimenti di piazza, apparentemente spontanei, ha come obiettivo il cambio di governance del proprio paese, presentando sempre una volontà politica di apertura economica, commerciale e strategica nei confronti dell’occidente. Altre caratteristiche comuni sono: avvengono all’interno di nazioni legate a doppio filo con Russia e/o Cina, utilizzano metodi di proselitismo incentrati sulle nuove tecnologie (social network ecc.), ed hanno tutte un colore come simbolo ed emblema della rivolta.[14]

    Ritornando ai fatti nostrani, la decisione di “scendere in campo” da parte di Soros, sembrerebbe essere arrivata dopo la conferenza stampa della presentazione del G8 da parte di Berlusconi nel luglio 2009, dove il premier si riteneva soddisfatto per gli accordi USA-Russia sul nucleare, attribuendo a sé una parte concreta del merito sul raggiunto accordo, vista la sua intima amicizia con Vladimir Putin. Queste dichiarazioni avrebbero mandato su tutte le furie Soros e alcuni circoli americani, che l’avrebbero vista come una “pubblica sfida” del premier italiano nei confronti della politica estera americana e soprattutto a quella rete di finanzieri che stavano ricostruendo faticosamente rapporti con Mosca. Per questo, durante un consiglio di amministrazione della “Open Society Institute” riunitosi d’urgenza, si è deliberato l’apertura di due sedi in Italia, precisamente una a Milano ed una a Roma.[15] Ma è il
    violas.jpg5 dicembre del 2009 che succede qualcosa di “strano”: nelle piazze di Roma si riversano migliaia di persone alla manifestazione “No-B day”, organizzata apparentemente in maniera spontanea grazie ai social network, avente come simbolo il colore viola, che darà poi il nome al movimento: Il Popolo Viola. L’unico collante in quella piazza, al di là delle ideologie politiche, era quello di contrastare strenuamente le politiche del premier Silvio Berlusconi. Le somiglianze con le cosiddette rivolte colorate non mancano, le eminenze grigie sembrerebbero le stesse, per questo i dubbi di una qualche concomitanza di intenzioni permangono, anzi, sembrerebbero quasi certezze. Fatto sta, che questo altro non è che un chiaro esempio di come élite finanziarie possano intromettersi nelle vite degli Stati, mandando semplici avvertimenti come in Italia o andando “oltre” come in altre zone del mondo, destabilizzando coscientemente le popolazioni, al fine di soggiogarle ai propri interessi.

    Questi sono i volti belli e puliti del potere, un potere che come afferma Noam Chomsky “sta finendo in mano a sistemi totalitari, di fatto vere e proprie tirannidi private”.[16] L’abile manipolazione dell’opinione pubblica e l’interesse affaristico e privatistico che si cela dietro l’élite economica e finanziaria è il vero volto dell’imperialismo del nuovo millennio.

    http://lavocedelcorsaro.myblog.it/tag/george%20soros
     
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  3. Wishotel
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    i really hope to find time to read it!! :wacko: ... idem for this https://qmqf.forumfree.it/?t=58501517
     
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  4. juliya
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    CITAZIONE (Wishotel @ 26/10/2011, 19:28) 
    i really hope to find time to read it!! :wacko: ... idem for this https://qmqf.forumfree.it/?t=58501517

    Due procure indagano su Soros

    I procuratori Guerriero e Martellino hanno accolto le indicazioni dell'esposto del Movimento Solidarietà.Un segnale di resistenza al liberismo


    Due indagini sono state aperte sul conto del finanziere internazionale George Soros, una dalla Procura della Repubblica di Roma e l'altra dalla Procura della Repubblica di Napoli, per accertare il suo ruolo nell'attacco speculativo contro la lira e contro altre monete europee avvenuto nel settembre del 1992. La notizia è stata diffusa dal quotidiano romano Il Tempo che il 3 febbraio ha scritto con molto risalto in prima pagina "Soros, l'ammazzalira, nel mirino dei giudici." La notizia è stata ripresa tra gli altri anche da Il Giornale.

    Il sostituto procuratore di Roma Cesare Martellino ha annunciato di aver ordinato una serie di accertamenti alla Guardia di Finanza. Il pubblico ministero di Napoli Antonio Guerriero ha iniziato le indagini sulle attività della Banca d'Italia nella crisi della lira del 1992. I due dirigenti della banca centrale, Carlo Azeglio Ciampi, che era Governatore, e Lamberto Dini, che era direttore generale, sono poi diventati Presidenti del Consiglio dei due governi di "tecnici" responsabili della politica di privatizzazione su tutto il fronte e di tagli alla spesa pubblica per soddisfare la logica del Trattato di Maastricht. L'attacco speculativo del settembre 1992 portò ad una svalutazione della lira del 30% ed al prosciugamento delle riserve della Banca d'Italia, che fu costretta a bruciare 48 miliardi di dollari nel vano tentativo di arginare l'attacco speculativo. La crisi portò anche allo scioglimento del Sistema Monetario Europeo.

    Le indagini ora aperte sono state sollecitate da un esposto di Paolo Raimondi e Claudio Ciccanti, rispettivamente presidente e segretario generale del "Movimento Internazionale per i Diritti Civili - Solidarietà", inoltrato alla fine dell'ottobre 1995 alle Procure di Milano, Roma, Napoli e Firenze. Il noto avvocato romano Giuseppe de Gori rappresenta il Movimento Solidarietà nella procedura legale. Il movimento si rifà alle idee politiche ed economiche di Lyndon LaRouche, l'economista americano e candidato alla presidenza nel partito democratico. L'esposto (pubblicato sul numero 5 di Solidarietà, ottobre 1995) documenta le dirette responsabilità di Soros nell'attacco alla lira e stabilisce inoltre un collegamento tra questa manovra e l'incontro segreto tenuto a bordo del panfilo reale "Britannia" della regina Elisabetta II d'Inghilterra, avvenuto il 2 giugno 1992, nel corso del quale esponenti del mondo bancario e finanziario anglo-olandese incontrarono delle personalità italiane per complottare la completa privatizzazione delle partecipazioni statali a prezzi stracciati. Tra i partecipanti di quell'incontro c'erano i rappresentanti delle banche Barings e S.G. Warburg, Mario Draghi, direttore generale del ministero del Tesoro, e Beniamino Andreatta.

    L'esposto chiede alle autorità giudiziarie di stabilire se le attività di Soros costituiscano una violazione dell'articolo 501 del codice penale, secondo il quale è prevista una pena carceraria fino a quattro anni per chi provoca la svalutazione della moneta nazionale e dei titoli di stato con mezzi illeciti.

    Queste azioni riflettono il tentativo di retroguardia di alcune forze politiche ed economiche che stanno cercando di fermare, o almeno rallentare il processo di disintegrazione delle istituzioni dello stato. Esse si agganciano anche a quelle forze e interessi americani, sopratutto intorno al Presidente Clinton, che stanno cercando di arginare le folli politiche di tagli proposte da Gingrich, che è nel contempo uno dei più accesi sostenitori della "libera" speculazione della finanza derivata. Infatti, le attività di George Soros sono oggetto di indagini da parte di organi ufficiali americani, soprattutto a partire dal giugno 1993 quando l'allora presidente della commissione bancaria del Congresso, il democratico Henry Gonzalez sollevò la questione della grande speculazione e di Soros in una storica seduta. La crisi in Italia ha già raggiunto l'orlo dell'abisso e minaccia adesso di gettare la nazione in un caos totale aprendo le porte ad una cannibalizzazione dell'economia italiana da parte delle forze finanzarie ispirate dalla City di Londra.
    Dini e Fazio
    In questo contesto è interessante notare il fatto che il 26 gennaio il Primo ministro uscente Lamberto Dini ha presentato al Parlamento il rapporto semestrale sulla politica informativa e della sicurezza, in cui si diceva che i servizi segreti italiani erano stati chiamati a svolgere delle indagini sulle continue operazioni di destabilizzazione economica e finanziaria dell'Italia. Nel documento si leggeva che "i mercati valutari e le Borse delle principali piazze mondiali continuano a registrare correnti speculative ai danni della nostra moneta originate, specie in passaggi delicati della vita politico-instituzionale, dalla diffusione incontrollata di notizie infondate riguardante la compagine governativa e da anticipazioni di dati oggetto delle periodiche comunicazioni sui prezzi al consumo." L'azione dei servizi è quindi stata indirizzata "alla verifica di eventuali strategie di aggressione sistematica alla nostra sicurezza economica, in un momento in cui è possibile attendersi la reiterazione di manovre speculative fraudolente." Il rapporto presentato da Dini, ma certamente da lui non preparato, evitava di identificare il noto caso di George Soros.

    Lo stesso giorno, il prof. De Gori, per conto del Movimento Solidarietà, ha mandato una nota al Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, chiedendogli di sollecitare un intervento del Consiglio Superiore della Magistratura. Il giorno dopo, 27 di gennaio, parlando a Roma in occasione del Cinquantesimo Anniversario dell'Ufficio Italiano Cambi (UIC), il governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, denunciava che i mercati finanziari sono troppo forti e le banche centrali non sono più in grado di resistere alle operazione speculative sui mercati dei cambi. "Oggi, diceva Fazio, se le banche di emissione tentano di far cambiare direzione o di fermare il vento (delle operazioni finanziarie) non ce la fanno per la dimensione delle masse in movimento sui mercati rispetto alla loro capacità di fuoco". Per l'Italia, il cambiamento del clima c'è stato nel 1990 e il vento ha cominciato a soffiare nel 1992: nell'arco di quei dodici mesi l'UIC ha utilizzato tutte le sue riserve di 8 miliardi di DM per cercare inutilmente di smorzare la furia dei venti speculativi. Sul mercato italiano dei cambi si registra una esplosione delle transazioni internazionali che toccano i 50 mila miliardi giornalieri. Fazio concludeva ammettendo che le banche centrali del mondo non possono far altro che assecondare i "venti" finanziari e monetari. La dichiarazione di Fazio, tardiva, conferma la giustezza dell'analisi e degli interventi del movimento di LaRouche a livello internazionale e del Movimento Solidarietà in Italia. Ad esempio, il 28 giugno 1993 il Movimento Solidarietà tenne una conferenza a Milano dove vennero denunciate le operazioni speculative del Britannia e della finanza derivata contro gli interessi nazionali. (Vedi Solidarietà dell'ottobre 1993 anno 1, numero 1).

    Siamo adesso in campagna elettorale. Il governo Dini e il tentativo di Antonio Maccanico, due civil servant della grande finanza internazionale, sono colati a picco su due scogli: il primo si chiama Maastricht, e la sua sostanza è la logica infernale di tagli al bilancio, che, contrariamente alle paranoie monetariste, non pareggiano i bilanci ma fanno detonare le mine sotto i resti dell'economia reale; il secondo è costituito da una resistenza, seppur tardiva e disorganizzata, alla speculazione e alle privatizzazioni selvagge complottate sul Britannia. Inoltre, anche se molti non se ne sono ancora accorti, la campagna elettorale americana insegna che le forze sociali e produttive hanno già sconfitto i candidati e le politiche dei neo conservatori di Gingrich e vogliono invece dibattere i temi strategici del rilancio dell'economia produttiva, dell'occupazione, della tecnologia. Una campagna elettorale può essere momento di lavaggio del cervello di massa se si impone agli elettori un dibattito su argomenti virtuali, oppure un momento di educazione e di responsabilizzazione se si introducono le grandi sfide di oggi, contro il neo malthusianesimo, il post industriale, la geopolitica destabilizzante e la cultura della morte.
    www.movisol.org/soros1.htm
     
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